E’ Claudia Mancini, titolare del Levante Caffè Letterario e organizzatrice di eventi culturali a Nettuno, a dire la sua sulla situazione presso la Ex Divina provvidenza che ci ha portato a perdere la presenza, di primo piano, di due artisti pluripremiati come Antonio Rezza e Flavia Mastrella. Ecco il suo contributo.
“Ho sempre pensato che un uomo libero è colui che ha piena conoscenza dell’arte, in tutte le sue forme. Allo stesso modo, una città in cui gli spazi culturali sono fruibili a tutti è una città libera, che genera libertà e che permette a chi la vive di poter auspicare ad un pensiero libero. Sono una cittadina di Nettuno, vivo e lavoro in questa meravigliosa città, troppo spesso maltrattata sia dagli stessi cittadini ma anche e sopratutto dai “potenti” che hanno fatto e stanno facendo terra bruciata. Nettuno oltre ad avere luoghi da visitare che riempiono occhi e cuore, ha persone di spicco che contribuiscono a renderla fiore all’occhiello della costa laziale. Avevamo Marcantonio Colonna, Paolo Segneri, Gianni Capobianco, Andrea Sacchi, oggi oltre a quel gran genio di Pierpaolo Piccioli che tutto il mondo ci invidia, abbiamo il genio indiscutibile di Antonio Rezza e Flavia Mastrella. Da cittadina che ha sempre guardato al sacro fuoco dell’arte con grande rispetto e amore, mi sento di spendere due parole per questi immensi artisti.
La storia credo sia nota a molti, la sintesi è che il duo Rezza/Mastrella con la loro arte e la loro compagnia sono stati sfrattati dalla sede della Divina Provvidenza perché ritenuta inagibile. Con loro è stato chiesto lo sgombero all’associazione culturale IBIS, ed al Prof. Silvestri che con le sue arti pittoriche ha istruito generazioni di liceali ed appassionato una moltitudine di persone grazie alla sua sapienza. Quindi tutti questi meravigliosi artisti sono stati espropriati del loro luogo di culto senza ricevere neanche le scuse del caso. Scuse a mio avviso obbligatorie, perché nel caso del professor Silvestri ci troviamo davanti ad uomo che ha fatto della propria passione un lavoro, contribuendo alla crescita culturale in ambito pittorico di tanti ragazzi e adulti. Nel caso di Rezza e Mastrella non dovrebbero esserci neanche le presentazioni, due anni fa è stato loro conferito l’ambito Leone d’oro alla carriera, conosciuti in tutto il mondo per il loro modo di fare teatro, io personalmente l’ho dovuto anche studiare per un esame all’università, insomma, non parliamo di due pinco pallo a caso. Parliamo di soggetti che ci invidiano dappertutto e noi cosa facciamo? Li sfrattiamo, come inquilini insolventi dopo che in 35 anni di lavoro non hanno mai chiesto un solo contributo economico né al Comune di Nettuno né allo Stato. Cacciati senza chiedere scusa, senza capire se ci potesse essere una soluzione alternativa, senza chiedere a noi cittadini se volevamo l’ennesima fuga di cervelli, senza garantire loro un luogo sostitutivo e chiudendo loro dentro anche gli strumenti di lavoro e i ricordi di trent’anni. Inoltre creando una situazione paradossale perché nell’edificio della ex Divina Provvidenza giudicato inagibile, la chiesa continua ad entrare dallo stesso portone da dove non può più entrare nessuno. Uno stabile inagibile a pezzi, uno stato di fatto assai grottesco. Mezza Italia si è fatta sentire per questo gesto, persone illustri come Sgarbi hanno offerto ad Antonio e Flavia un posto degno della loro arte, mentre a Nettuno tutto tace. Il silenzio davanti a qualsiasi forma d’arte diventa ancora più assordante, perché ci hanno tolto il cinema, la biblioteca, il teatro, la piscina e ci stanno togliendo anche Antonio Rezza e Flavia Mastrella con le loro prove aperte a chiunque, i loro spettacoli talmente sopra le righe che uscivo con i crampi allo stomaco dalle risate per quanto fossero veri. Ci tolgono chi con loro teatralità surreale ci ha regalato uno spaccato di realtà senza falsi moralismi. Cara Nettuno, non puoi privarci anche di questo, non puoi sottrarci un patrimonio così immenso, non puoi permettere che Antonio e Flavia non sperimentino più nulla qui, a Nettuno, dove sono nati, cresciuti e dove hanno progettato i loro spettacoli. Cara Nettuno, non puoi toglierci le mostre del professor Silvestri e le sue conferenze, è un peccato mortale. Cara Nettuno, tutto quello che ti chiedo è di porgere le tue più sentite scuse a queste persone e a tutti i cittadini e ti chiedo di ridare la Divina Provvidenza all’arte perché in una città così razionale, dove dobbiamo combattere ogni giorno tra parcheggi, immondizia, decoro urbano, buche e maleducazione, abbiamo bisogno di tornare al bello, di tornare alle forme artistiche. Cara Nettuno, hai l’onore di aver dato i natali a persone così influenti, dotate di menti così brillanti che sarebbe un peccato farle andare via. Ridateci l’arte”.
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