Riceviamo e pubblichiamo la toccante testimonianza di una ragazza residente al Borgo di Nettuno in cui oltre a segnalare il problema vissuto racconta di minacce e atteggiamenti di bullismo gravissimi.
Non abbiamo censurato nessuna delle parole usate perché se ha trovato una ragazza la forza di raccontare quello che accade non possiamo non avere noi la forza di non pubblicarle.
“Da sempre innamorata del borgo. Delle sue vie, vicoli e scorci; dei locali carini, della pizza di Peppe all’archetto. Una sera seduta proprio ad uno dei suoi tavoli mi accorgo di un cartello “vendesi”. Capisco che forse ho trovato la mia casetta. Il mio piccolo spazio, la mia alcova. Desidero vederla il giorno dopo, e così succede.
Alcuni mesi passano per ultimare tutte le pratiche di acquisto che si concludono l’11 ottobre 2018, un giorno bellissimo.
I lavori di ristrutturazione procedono a ritmo incalzante e mi permettono a marzo del 2019 di iniziare la mia avventura. L’avventura di una ragazza di 29 anni ostetrica che con immani sacrifici compra una casa, e cerca di inseguire il sogno di vivere da sola, di emanciparsi. Il primo mese scorre felice e sereno tra un saluto alla vicina, una chiacchiera con Mario del Bar gabbiano, un gin dagli amici Matteo e Simone nel Mono, una confidenza con Francesca del Retro’… la vicina di sinistra che si offre di occuparsi delle mie orchidee, quella di destra offre tutto il suo sostegno per qualsiasi problema. Il 13 aprile cambia tutto. Un mercoledì volendo anche freddo, inizia all’improvviso un terremoto di musica, grida, mi affaccio e capisco che sotto il mio appartamento in un altro appartamento è stato improvvisato un pub. Che il 13 aprile inaugura. Scendo subito chiedendo di abbassare, non di spegnere. Passano serate in cui devo richiedere la decenza. In cui devo affacciarmi alla mezzanotte, poi all’una, poi alle 2, per chiedere semplicemente di abbassare. È chiaro che non vengo ascoltata. Altri vicini provano lo stesso. Uno verrà spinto dalla scala dal proprietario di questo fantomatico locale, io minacciata: ”Ci rifaremo sulla tua famiglia.” Impossibile aprire un dialogo con il tipo, gestore, che non curante del fatto che la finestra del mio bagno affacci su parte del suo “locale”, urla ogni sera: ”stasera sta stronza qua sopra non la famo dormi…” incoraggiato dalle risa e grida dei suoi amici. Passano serate infernali senza tregue. Con una sonorità sparata da un impianto che chiaramente ha una potenza inadeguata per un appartamento con una fono assorbenza da abitazione e non da locale. La mia casa e il locale sono attaccati, condividono una parete, il soffitto del locale è il pavimento della mia camera da letto. Passano due mesi, mesi in cui inoltre il gestore costruisce in una notte una copertura in ferro battuto sul suo balconcino, per intrattenere i suoi clienti, clienti che per altro non arriveranno mai. Ancora la struttura alle mura medievali, buca la cappa del ristorante, la lesiona, deturpa la facciata.
Inizia una lunga serie di esposti, 32 chiamate in notturna alle forze dell’ordine, 23 “zoccola dormi”, “vai a dormi e non rompe il cazzo”, “io sono il king del borgo”.
Tutto questo per aver chiesto di diminuire la potenza dell’impianto trattandosi di una casa, di spegnere all’una, e di osservare un giorno di chiusura. Tutto questo solo per aver chiesto una civile convivenza, nonostante quel pub la è certo non possa stare.
Al momento il sogno di avere una casa è finito nel cesso. Luogo in cui dormo da due mesi. Qualcuno mi aiuti e aiuti Nettuno.
Lettera firmata