Tale terapia, elaborata dallo statunitense Joseph Nicolosi, parte dal presupposto che non esistano gli omosessuali, ma “persone eterosessuali con un problema di omosessualità, causato da un deficit affettivo con la figura paterna”. La Terapia Riparativa, attraverso mezzi discutibili, servirebbe a “riparare” il suddetto deficit.Le idee di Nicolosi sono oramai diffuse e praticate anche in Europa e Italia, da gruppi di matrice cristiana, in aperto conflitto con le linee ufficiali della moderna psicologia. Spesso la Terapia Riparativa viene integrata con la Terapia dell’avversione(stimolo associato a disagio), con l’esorcismo o con la cosiddetta Fede Trasformante, ovvero l’uso della religione per l’eliminazione del desiderio omosessuale.
Tornando alla trama del romanzo, all’interno dell’istituto, che è anche un pontificio ateneo, nonché la casa generale della potente Congregazione dei Soldati di Cristo Re, il ragazzo per la prima volta capisce che una parte di mondo lo considera un malato, un giocattolo rotto che va riparato a tutti i costi. È subito collisione di due mondi separati e distinti: quello solare del diciassettenne, armato solo della propria naturalezza e quello claustrofobico e reazionario di un certo fondamentalismo cristiano. Fuori ci sono le vite di coloro che direttamente o indirettamente partecipano alla vicenda, tra cui i genitori di Davide, sua nonna, i suoi amici e personaggi senza scrupoli, pronti a qualsiasi cosa pur di mantenere all’interno delle mura dell’istituto imbarazzanti e pericolosi segreti. La conversione dell’arcobaleno è un libro che, pur parlando della Terapia Riparativa, pone l’accento sui legami familiari e amicali, sulla fiducia e il tradimento, focalizzando un frammento per parlare del mondo in generale. Niente nel romanzo è lineare. I personaggi si muovono sul loro palcoscenico, in uno svelarsi di situazioni impreviste e in un continuo aprirsi e chiudersi di sipari.
Maurizio Valtieri è docente presso il dipartimento di italianistica del Pantheon Institute di Roma, in programmi per Penn State University e Tulane University.
Inizia a scrivere in qualità di autore teatrale. L’opera più significativa rappresentata è Solitudini, Luigi Tenco e Dalida, a Roma presso il Tetro Greco. Nel 2007 pubblica il suo primo romanzo 120. Nel 2013 pubblica il romanzo L’albero dei rosari. Nel 2017 pubblica la raccolta di racconti Confini di pelle. È presente con i suoi racconti in varie antologie.