Movimento 5 Stelle in piazza Garibaldi a Nettuno per parlare di Mafie. Una risposta tiepida dei sostenitori in questo giovedì pomeriggio nettunese, giorno che forse ha penalizzato la partecipazione, ma chi c’era ha apprezzato gli interventi di due alti esponenti del Movimento. A Nettuno, al fianco del candidato sindaco Mauro Rizzo, sono arrivati Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia e Luigi Gaetti, sottosegretario al ministero dell’Interno.
Prima del convegno un briefing politico nella sede elettorale, inaugurata oggi, in via Bainsizza 2 tra i due deputati, Rizzo e il suo staff. Poi ad aprire il dibattito proprio il candidato sindaco pentastellato.
“Questo è un territorio permeato dalle mafie – ha detto Rizzo – e ci sono molte sentenze che lo attestano. Mi sono fatto promotore di un avviso pubblico da condividere dove si evidenziano due punti cardine. Il primo è un codice etico per gli amministratore e la trasparenza. Ciascuno di noi deve fare la propria parte nella lotta contro la mafia”. A seguire è intervenuto Luigi Gaetti.
“Questo sono zone che conosco – ha detto – ho seguito le storie del comune di Anzio che si intrecciano con Nettuno e con il contesto della legalità. E’ presente la ‘Ndrangheta, la camorra e famiglie rom collegate ai Casamonica. Questo è un territorio complicato e con ricchezza che attira le mafie. Vi chiedo attenzione sulle persone che si intrecciano con la politica, di fare attenzione a chi votate e se farà il vostro interesse o quello di poche persone. Negli appalti è dove si annidata il connubio con le mafie. Votare persone sbagliate significa togliere futuro a Noi e ai nostri figli”. Poi è stata la volta del presidente della commissione antimafia Morra .“Non passo a Nettuno da trent’anni – ha detto – ricordo una situazione, un periodo della nostra esistenza di Italiana dove certi problemi erano sottaciuti. Negli anni ‘80 abbiamo iniziato ad affrontare certe problematiche e grazie alla Piovra tanti italiani hanno scoperto una realtà fino ad allora relegata ai libri. Sembravano cose limitate al sud. Oggi siamo in una italia diversa e vi voglio portare un dato. Il Pil della Sicilia nel 1948 era 1/6 del Pil dell’ Italia. Attualmente è 1/18 del pil nazionale. In 70 anni, da quando siamo Repubblica, una realtà che sappiamo controllata in alcuni gangli vitali dalla mafia è stata pesantemente penalizzata rispetto alle altre regioni della Penisola. E forse ci sarà correlazione di questa flessione dell’economia pubblica e il negare la Mafia. Da noi le mafie sono servite a trasferire risorse pubbliche a pochi private. Una società democratica deve combattere questi trasferimenti di ricchezzaNettuno potrebbe vivere meglio se affrontasse i suoi problemi”.