(informazione politica autogestita)
POTENZIARE IL REPARTO DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Cari elettori,
oltre alla viabilità, la manutenzione delle strade, il senso civico, ecc…, c’è un altro argomento che mi sta a cuore e dove metterò il massimo impegno affinchè si possa realizzare.
Svariati comportamenti infantili e adolescenziali, emersi durante gli anni della scuola e non riconducibili solo al tipo di educazione impartito dalle famiglie spingono educatori ed esperti coinvolti nella valutazione a formulare, in base a origine, caratteristiche, durata ed effetti a medio e lungo termine di tali manifestazioni, una diagnosi di disturbo dell’età evolutiva.
Quando ciò avviene, e i dati relativi al nostro territorio ci dicono che capita con grande frequenza, in rapporto al numero complessivo degli abitanti della nostra città, si è di fronte a situazioni che, da un lato, comportano per le famiglie un cambiamento doloroso e radicale di priorità e abitudini, in quanto diventa di fondamentale importanza mettere a punto ed attuare un programma terapeutico personalizzato, e, dall’altro, costringono a constatare la debolezza, per non dire l’assenza, di adeguati supporti istituzionali: le famiglie si trovano quindi ad affrontare grandi difficoltà in totale solitudine, vivendo la propria condizione con crescente sconforto; mancano, infatti, sul territorio, presidi pubblici in grado di intervenire efficacemente e stabilmente su disturbi del neurosviluppo, disturbi dello spettro autistico, ritardi cognitivi, ritardi comunicativo – linguistici, disturbi dell’alimentazione.
Diventa allora compito di una politica attenta alle reali esigenze dei cittadiniporsi il problema e proporre adeguate soluzioni, che possano essere ricondotte ad un’idea portante: rendere l’istituzione comunale un punto di riferimento per le famiglie che, ad un certo punto della crescita dei figli, necessitano di ulteriori, tempestivi e specifici supporti.
Si è difatti mostrata rimarchevole la mancanza di un autentico coordinamento tra i diversi settori coinvolti nell’individuazione e nella gestione dei casi emersi: quando, per esempio, a scuola si pone la necessità di affiancare all’insegnante un logopedista o uno psicomotricista, alla famiglia del diretto interessato si prospetta una snervante lotta contro una burocrazia ottusa, che, al termine di un percorso tormentato e non breve, farà apparire l’arrivo dell’esperto quasi una graziosa concessione, anziché un diritto, in una nazione che vuole dirsi civile ed avanzata. Per non parlare delle scomodità e delle attese sopportate per ottenere una visita, una consulenza, una diagnosi… a meno che la famiglia non sia in grado di pagare specialisti privati, ipotesi che sancisce gli squilibri sociali e svilisce l’art. 32 della Cost., posto a garanzia della salute, che degenera in una sanità su base plutocratica.
Onde evitare una simile deriva, si potrebbe innanzitutto creare, sull’esempio di città del nord, in uno spazio idoneo, da adibire in esclusiva a tale scopo, un servizio comunale multidisciplinare, che veda la collaborazione di più figure professionali, (medico scolastico, qualora presente, neuropsichiatra, logopedista, fisioterapista, psicologo, psicomotricista), i quali, al di fuori di una connotazione ospedaliera, (elemento fonte di angoscia per pazienti e genitori), lavorino in sinergia su ogni singolo caso, coordinandosi, ad un livello ulteriore, anche con le locali istituzioni scolastiche, le quali, da un lato, potrebbero quotidianamente controllare i progressi raggiunti, e dall’altro sarebbero controllate nella corretta esecuzione dei protocolli diagnostico – terapeutici.
Il tutto senza costringere le famiglie a pesanti e dispendiose trasferte a Roma, se non indispensabili.
Un simile progetto, suscettibile di continui miglioramenti ed espansioni, si legherebbe all’attività del reparto ospedaliero di neonatologia, rappresentandone la naturale continuazione e concretizzando un chiaro impegno nei confronti dell’infanzia e dell’adolescenza, bisognose di protezione e di valorizzazione, costituendo un esempio lodevole di “rete integrata di servizi al cittadino”, capace di attirare e coinvolgere famiglie, istituzioni, operatori sanitari, scuola e operatori sociali nella realizzazione di un progetto comune, di importanza fondamentale per il tenore di vita dei pazienti e delle loro famiglie.
Un’ottimale impostazione potrebbe prevedere la suddivisione in aree di intervento, onde garantire ordine e prevenire sovrapposizioni; di conseguenza, si potrebbero individuare, come fatto in Emilia e in Piemonte:
- AREA DELLA CRESCITA, focalizzata sui disturbi dell’apprendimento e sui disturbi pervasivi dello sviluppo, (autismo), attivando un programma di presa in carico globale, sanitaria, sociale ed educativa;
- AREA DELLA CRONICITA’, focalizzata sulla predisposizione e sull’attuazione di programmi a lungo termine, volti all’inclusione scolastica, in caso di handicap grave;
- AREA DELLA RIABILITAZIONE, focalizzata su logopedia e psicomotricità, con mirato coinvolgimento dei familiari del paziente;
- GESTIONE DEL MINORE CON PROBLEMATICHE PSICHICHE E COMPORTAMENTALI DERIVANTI DA MALTRATTAMENTI O ABUSI, a completamento dei possibili casi di intervento e col coinvolgimento del Tribunale per i Minorenni, qualora il disagio e la sofferenza del minore non siano endogene, ma derivanti dalla condotta altrui.
In tutte queste aree operative ci si potrebbe inoltre avvalere del contributo delle Associazioni delle Famiglie con patologie di merito ed Enti del Terzo settore, volontariato e no – profit, che andrebbero a completare il quadro degli attori socio – assistenziali.
Senza contare il ritorno occupazionale, perché si creerebbero posti di lavoro con prospettive stabili, in quanto alimentate da una costante domanda.
Un tale progetto, sicuramente ambizioso, ancorché necessario, per poter dispiegare effetti positivi deve essere avviato senza indugio e richiede costante attenzione, oltre all’onesto lavoro di tutti gli operatori preposti.
Di sicuro può rappresentare un chiaro esempio di politica virtuosa, autenticamente orientata al benessere dei cittadini.
Grazie per la stima. Cordialmente
Fabrizio Lanzi