Riceviamo e pubblichiamo
Dopo che il Tribunale di Roma ha disposto la riacquisizione da parte del Comune delle quote della Capo d’Anzio spa in possesso del socio privato e dopo la pubblicazione del bando di gara per la realizzazione dei lavori nell’attuale bacino, è calata nuovamente la nebbia sul Porto di Anzio. Nonostante siano molte le questioni aperte, il silenzio da parte dell’amministrazione comunale è assordante. Tutto ciò che la cittadinanza è riuscita a sapere è che il socio privato (Marinedi srl, cioè l’ing. Renato Marconi) ha fatto ricorso alla sentenza sulle quote e che, sempre nel silenzio quasi totale, la scadenza del bando, originariamente fissata al 1° aprile, è stata prorogata al 13 maggio. Nell’avviso di proroga firmato dall’amministratore delegato Bufalari si legge che il rinvio è dovuto alla «complessità della gara e per favorire la più ampia partecipazione alla procedura». Ma in una recente intervista il Sindaco ha dichiarato che il rinvio ha a che fare invece proprio con il ricorso di Marconi, al quale il Tribunale dovrebbe rispondere proprio intorno alla metà di maggio. Nella stessa intervista, il Sindaco ha poi dichiarato che i patti parasociali sono stati stralciati alla fine dello scorso anno. Forse sbagliamo, ma l’impressione è quella che il Comune stia navigando a vista nella gestione di quello che è il bene più prezioso e strategico della Città. Bene che nel frattempo è sempre afflitto dai suoi storici problemi, ricordiamo infatti che la Regione ha disposto qualche mese fa lavori contro l’insabbiamento in danno alla Capo d’Anzio, responsabile secondo la concessione dell’escavo del canale.
Vista la complessità della situazione, crediamo fortemente che l’Amministrazione abbia il dovere di informare il più possibile la città sul destino del suo Porto. Rivolgiamo pertanto al Sindaco le seguenti domande, cui speriamo vengano date risposte chiare, dato il loro interesse pubblico:
Alternativa per Anzio