La dichiarazione del consigliere di Forza Italia Maranesi, a favore dell’uscita da Acqualatina ha colpito molto Il Prc di Anzio: “Se il comune di Anzio ha intenzione di ri-pubblicizzare il ciclo delle acque e riaffidarlo ad una società di diritto pubblico noi non possiamo che esserne felici”. Una simile eventualità sarebbe vista dai comunisti con grandissimo favore dato che è un obiettivo che da anni perseguono, facendo parte del movimento per l’acqua pubblica, avendo sostenuto il referendum del 2011, e appoggiato sempre ogni iniziativa che arrivasse a tale scopo.
“Ma l’uscita di Maranesi – aggiungono – è poco credibile: Il suo partito – spiega il Segretario del Prc di Anzio Umberto Spallotta – ha sempre votato per la privatizzazione dell’acqua, ha gestito tramite il senatore Fazzone il cda di Acqualatina e non si è mai opposto agli aumenti tariffari che la società privatizzata ha deliberato negli anni per tutelare i suoi profitti e sanare i suoi incredibili debiti. Il sindaco Bruschini dello stesso partito del consigliere Maranesi, si è sempre accodato alla gestione privatistica di Acqualatina, sbeffeggiando all’occorrenza il movimento per l’acqua pubblica, ignorando la delibera del consiglio comunale che già nel 2007 impegnava l’amministrazione ad uscire da quel carrozzone e a lavorare con altri comuni per il ritorno ad una gestione pubblica e senza profitto del ciclo idrico integrato. De Angelis prima, Bruschini poi se ne sono infischiati, salvo agitare lo slogan dell’uscita da quella società per ottenere facili consensi. Obiettivo quest’ultimo, che vuole ottenere anche la candidata di Fi di Nettuno Vaccari, la quale si è subito unita a Maranesi, facendo apparire un partito come Forza Italia, da sempre fautore della privatizzazione più selvaggia di ogni bene pubblico e alleato insieme al Pd delle più sciagurate politiche predatorie degli ultimi anni, un partito che vuole tutelare i bisogni dei più deboli contro la logica del profitto. Sarebbe ridicolo, se non fosse l’ennesimo fenomeno di trasformismo ad uso e consumo dei cittadini senza memoria”.