Amilcare l’aria di Anzio l’ha respirata solo per pochi mesi, ma qui ci è nato, e questo basta per poter dire che sia uno dei suoi figli illustri, come Caligola e Nerone. Con le dovute differenze, s’intende.
Pochi mesi si diceva, perché la famigliola partì quasi subito proprio verso quella Romagna, e non si sa perché, trasferendosi a Rimini in una casetta che oggi non esiste più, crollata durante la seconda guerra mondiale.
Pochi mesi, ribadisco, ma Anzio non ha dimenticato quella nascita. L’ha celebrata nel 1993 per il suo centocinquantesimo, ponendo la targa a memoria; e ha ribadito il suo affetto posizionando sotto di essa il busto in bronzo del rivoluzionario davanti al quale, nel maggio 2018, per il centenario della sua morte – avvenuta a Parigi, in uno stato di quasi completa indigenza – si è tenuta una commemorazione pubblica.
E anche Roma, sempre lo scorso anno, lo ha ricordato come un eroe, dove un comitato a lui dedicato ha organizzato una bellissima giornata di studi, molto sensata e viva. Rimini invece, amata città dell’adolescenza, della casa paterna, città degli amici e dei famigliari, pare essersi dimenticata di lui e ha lasciato passare questa ricorrenza senza alcun gesto. Così pure Parigi dove tanto ha dato, anche in termini di sangue – il suo -, dove veniva riconosciuto per strada e si faceva quasi a gara per potersi fare vedere insieme, non ha mosso un dito. Pazienza però, perché qualcosa può sempre sfuggire e in questi casi è meglio lodare chi ricorda che incriminare chi è stato distratto.
Anche perché i più, oggi, non sanno chi è stato Amilcare Cipriani, che cosa ha rappresentato per i piùsuoi contemporanei che leggevano sui giornali o ascoltavano da altri, le sue gesta eroiche che lo fecero rimbalzare tra tre continenti e svariate nazioni, tra rivoluzioni, esili, galere e fughe. Perché la vita di Cipriani è stata davvero come un rocambolesco romanzo, dalla trama piena di sofferenza ma ricca di colpi di scena, inaspettati, commoventi, eroici. Una vita che ha dato una speranza di riscatto a migliaia e migliaia di disagiati, di lavoratori, di perseguitati politici, alle classi più povere della sua società.
Cipriani è un personaggio da conoscere, da gustare nelle sue molteplici sfaccettature, è qualcuno che stupisce per quello che ha passato e costruito, sempre con la ferma convinzione che tutti siamo uguali, con gli stessi diritti e gli stessi doveri, primo tra tutti quello di costruire una società più giusta, senza differenze.
È questo che ho cercato di fare con questo mio ultimo libro Amilcare Cipriani il rivoluzionario(Bookstones Edizioni, 2019), una sua biografia volutamente costruita fuori dalle gabbie accademiche, dove più che la questione politica sono stati messi a fuoco – nei limiti del possibile – gli aspetti umani di un personaggio così formidabile. Una biografia a cui segue anche l’edizione di un suo diario scritto durante una lunga, crudele, torturante prigionia scontata nel carcere di Porto Longone, sull’isola d’Elba, forse l’edificio di reclusione più temuto. Perché bisogna sapere anche con quali mezzi, certi eroi della libertà e dell’uguaglianza, siano stati messi a tacere. Con alcuni il potere ce l’ha fatta, con altri come Cipriani ha fallito.
Marco Sassi, Amilcare Cipriani il rivoluzionario
Bookstones Edizioni 2019, pp. 324