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Convegno sulla Sanità ad Anzio, ospiti Leodori, Mostarda e Marchiafava

di Mirko Piersanti

“Sanità: strutture e territorio di Anzio e Nettuno… quali sviluppi”. Questo è stato il titolo dell’incontro che si è svolto giovedì 21 febbraiopresso l’hotel Lido Garda di Anzio alle 17.30. Un appuntamento a cui hanno partecipato anche il direttore generale della Asl Roma 6 Narciso Mostarda e il presidente del consiglio regionale Daniele Leodori. L’iniziativa è stata organizzata da Aurelio Lo Fazio e Nicola Burrini del Pd Piazza Grande. Prima dell’inizio della conferenza tutti i presenti hanno voluto ricordare l’ex sindaco di Anzio Luciano Mingiacchi, scomparso poco tempo fa e da sempre in prima linea quando si discuteva di sanità per la sua indiscussa esperienza e lavoro nel settore. I relatori hanno approfittato dell’occasione per diffondere delle informazioni più precise in tema di salute e di quanto si sta facendo per migliorare il settore della sanità nella Regione Lazio che, nonostante i tanti anni di commissariamento e le numerose difficoltà, sta portando avanti dei buoni risultati che devono essere visti come base per i progressi futuri. “Credo che incontri come questi siano importanti per far capire quello che abbiamo fatto, ma soprattutto quello che dovremo fare nei prossimi mesi e anni per cercare di garantire una sanità più vicina alle esigenze dei cittadini che però si sviluppi su due gambe: il territorio e gli ospedali”. Così ha esordito alla conferenza il presidente del consiglio regionale Leodori. “Spessissimo quegli accessi al pronto soccorso li abbiamo o perché non si conosce la sanità del territorio o perché non funziona o perché non è organizzata – ha continuato Leodori – i pronto soccorsi si riempiono di accessi che non dovrebbero essere da pronto soccorso, mi riferisco in particolare ai codici bianchi che costituiscono quasi il 35% degli accessi, una persona su tre quindi non dovrebbe essere al pronto soccorso. E’ chiaro che noi paghiamo anni di ritardi dovuti anche a un commissariamento troppo lungo della sanità, questo è il dodicesimo anno che la nostra Regione è commissariata in questo settore. Questo ha causato un blocco del turn over, nel 2013 la nostra Regione a fronte di oltre 1000 persone che sono uscite da questo comparto ne sono state sostituite solo da 38. Voi che capite che di questo passo abbiamo perso due generazioni di medici. Il Lazio è una Regione che forma il 22% del comparto sanitario nazionale, quindi più di un medico su cinque si forma qui. Da parte nostra c’è la richiesta forte di uscire dal commissariamento perché ora abbiamo recuperato alcuni di questi parametri, siamo coscienti che non tutto funziona e che non è stato raggiunto l’ottimo risultato che noi vorremmo ottenere nei prossimi anni di lavoro nel settore della sanità. Se non usciamo dal commissariamento, mai potremmo ripartire al rilancio dei servizi”. Terminato l’intervento del presidente del consiglio regionale, ha preso la parola il dermatologo di fama e candidato sindaco di Nettuno, Waldermaro Marchiafava il quale ha affermato che “conoscendo bene quelle che sono le problematiche di una sanità come quella che noi viviamo qui secondo me è semplicistico dare l’errore all’uno o all’altro o a una struttura perché è talmente complicata l’organizzazione della struttura ospedaliera che attribuire l’errore che non funziona. E’ a volte risolutivo nel dare una risposta sulle problematiche ma altre volte non è affatto risolutivo per le problematiche sono ben altre secondo me. Tutti gli ospedali, non solo quelli del Lazio, soffrono per la situazione un po’complicata che riguarda il pronto soccorso, ritengo che chi lavora in questo reparto e nel settore della sanità siano degli eroi perché affrontare una situazione come quella che vivono gli infermieri, i medici e tutti quelli che girano in questo settore siano degli eroi non nell’affrontare una malattia o un’urgenza o un codice rosso ma nell’affrontare una cultura come quella che si presenta ogni giorno al pronto soccorso, quindi so che sto per dirvi un’utopia ma bisogna partire proprio da questa cultura perché nel momento in cui noi riusciamo a dire al cittadino che se ha il mal di denti non deve andare al pronto soccorso già siamo un passo avanti”. Oltre al un cambiamento della cultura del pronto soccorso da parte dei cittadini secondo il dottor Marchiafava ci sono anche altre problematiche più complesse, ma soprattutto secondo il noto medico locale è sbagliato andare avanti con il numero chiuso istituto 25 anni fa, “il diritto allo studio va garantito a tutti – ha continuato Marchiafava – attraverso gli anni di studio poi si fa una selezione naturale, oggi viviamo reparti senza chirurghi, senza radiologi, ginecologi e anestesisti. E’ da qui che dobbiamo ripartire perché non possiamo offrire ai nostri giovani un avviso pubblico o un concorso senza stimoli, un medico non può essere un impiegato, deve avere la passione di quello che fa”. A seguire è intervenuto il direttore dell’Asl Roma 6 Mostarda, il quale ha cercato di dare dei dati ancor più chiari e precisi per quel che riguarda la sanità. “Ci sono gli strumenti che risalgono ormai a diversi mesi attraverso i quali il consiglio regionale ha votato per l’ospedale e per i servizi sanitari di questa area più di otto milioni di euro”, ha esordito Narciso Mostarda. “L’ospedale dei Castelli è un’opera pubblica pagata con le tasse di tutti i cittadini costato 98 milioni di euro. Tanti lavori per questa struttura sono stati fatti dagli operai di quest’area, quel finanziamento ha generato un luogo centrale di riferimento perché è giusto che ci sia la pianificazione dei servizi sanitari. Il primo contatto tra il cittadino-paziente e servizio sanitario è la medicina di base, e subito si innesca un meccanismo che può portare anche all’ospedale che tecnicamente è il luogo terminale della cura in cui viene inviato un paziente quando le sue condizioni sono imprevedibili”. Lo stesso Mostarda  ha parlato anche dell’ospedale di Anzio specificando che inizieranno le procedure per l’acquisto di una nuova risonanza magnetica che la struttura anziate non ha mai avuto, un macchinario prezioso per tutti i cittadini di Anzio e Nettuno. “E’ una risonanza magnetica identica a quella che abbiamo appena acquistato e allestito all’ospedale Castelli – ha continuato Mostarda – entrambe hanno le stesse caratteristiche di accuratezza e competitività. L’ospedale di Anzio avrà finalmente la sua risonanza magnetica, ma oltre a questo lo stesso finanziamento prevede la messa in sicurezza sulle misure anti-incendio. Quindi avremo un ospedale più sicuro e molto più dotato, lo stesso finanziamento prevede inoltre un intervento di rifacimento delle parti esterne, ma oltre a questo finanziamento così importante ce n’è un altro con il quale potremo affrontare le difficoltà strutturali, logistiche dell’ospedale”. Dunque una buona notizia per i cittadini locali che, grazie a questo investimento potranno contare su una struttura ospedaliera più efficiente e rinnovata che potrà finalmente fare un salto di qualità. Tra il pubblico, con delle domande per il Direttore Mostrada anche il consigliere comunale 5 s Rita Pollastrini.