I molluschi, si sa, sono come spugne: assorbono tutte le impurità del mare che poi finiscono sulla nostra tavola, insieme alla pasta e vongole. Le zone di Torvaianica, Ardea e Anzio sono rinomate per la bontà delle telline, delle vongole e dei cannolicchi pescati in zona, che secondo gli estimatori sono particolarmente saporiti per via dell’alta salinità del mare. Eppure nell’ultimo bollettino regionale è stata pubblicata una determina che “declassifica” questo tratto di mare eliminando il voto massimo (la A) che è stato ridotto di una misura per quanto riguarda Torvaianica, ora classificata “B” (zona 1), Ardea, che ora in alcuni tratti è “C” (zona 2) e in altri solo “B” (zona 3), e infine Anzio, “B” in alcuni punti (zona 4) mentre in altri (zona 5) è stato disposto il divieto di pesca di questo genere di molluschi.
Il motivo della classificazione negativa, che obbligatoriamente deve essere aggiornata ogni tre anni, sarebbe dovuto alla pulizia e salubrità delle acque marine. A proporre le modifiche, infatti, a gennaio di quest’anno è stato il servizio veterinario della Asl Roma 6 in seguito al campionamento e all’analisi dell’acqua. Per chi volesse approfondire, le latitudini e longitudini precise sono disponibili sul bollettino regionale del 31 gennaio 2019.
Cosa cambia per i consumatori?
Per chi compra da rivenditori affidabili, non molto. I pescatori di Torvaianica e Ardea, ad esempio, già oggi inviano a purificazione i molluschi pescati prima di immetterli sul mercato. Il prodotto che i clienti acquistano è già adesso particolarmente sicuro ma, se fino al 31 gennaio questa precauzione era affidata allo scrupolo degli stessi pescatori, da ora in poi la purificazione dei molluschi sarà obbligatoria nelle zone non “A”. Vongole, telline e cannolicchi pescati ad Ardea, Anzio e Torvaianica non potranno più essere venduti direttamente ma dovranno subire prima un trattamento specifico che elimini eventuali contaminanti. Resta fermo, invece, il divieto di commercializzare questi succulenti molluschi se pescati in zone non classificate. La parola d’ordine, per il consumatore, è quella di affidarsi esclusivamente al venditore di fiducia, che possa garantire la provenienza e l’iter corretto di trattamento del pesce.