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Patto per Nettuno replica agli Ex Assessori: Da noi proposte di buon senso

"Interveniamo a seguito di alcune pubblicazioni (un articolo di giornale, un video di un candidato sindaco, alcune pubblicazioni su Facebook) che hanno chiamato in causa Patto

Il patto per Nettuno, da sinistra Gigi Noro, Gianfranco Rabbini, Gianni Cancelli e Marina Aimati

“Interveniamo a seguito di alcune pubblicazioni (un articolo di giornale, un video di un candidato sindaco, alcune pubblicazioni su Facebook) che hanno chiamato in causa Patto per Nettuno sostenendo che il Patto avrebbe fatto pressioni sul Commissario affinché fossero sospese le opere pubbliche attualmente in corso con riferimento alla pista ciclabile e al Forte Sangallo. Niente di più falso poteva essere detto e scritto al riguardo! Si sta architettando la solita campagna denigratoria a base di disinformazione alla quale risponderemo semplicemente informando senza scadere nella polemica”. Così in una stampa i delegati della Lista Patto per Nettuno a sostegno di Marchiafava Sindaco di Nettuno.

“Patto per Nettuno è un gruppo di cittadini che ha deciso di impegnarsi per dare un nuovo impulso alla città e per le sue ragioni ispiratrici non è e non potrebbe essere un movimento ostruzionista o di sterile opposizione. Riteniamo, al contrario, che alcune opere siano assolutamente irrinunciabili per rimettere al primo posto dell’agenda politica il tema della vivibilità e della qualità della vita dei nostri concittadini. Tuttavia crediamo che sia compito della buona politica entrare nel merito delle proposte, studiare i documenti e valutare caso per caso la migliore soluzione e la più intelligente allocazione delle risorse. Diffidiamo da chi, facendo leva sull’insofferenza generale verso l’immobilismo, è per la accettazione acritica di ogni opera o lavoro pubblico. Rispetto al Forte Sangallo e ai lavori che ne stanno interessando l’immediato comprensorio siamo molto perplessi e abbiamo ritenuto opportuno rappresentare queste perplessità al Commissario Dott. Strati nell’interesse della collettività. Allo stato attuale si sta realizzando un lavoro imponente e invasivo di consolidamento della falesia con terre armate su cui si vuole inserire una rampa d’accesso per il giardino del Forte. Si tratta di un lavoro che altera gravemente la fisionomia del “fossato” così come voluto da Antonio e Giuliano da Sangallo nel 1501. Per una conoscenza più dettagliata al riguardo, invitiamo i sostenitori dell’attuale modifica a consultare le pubblicazioni scientifiche sul Forte Sangallo che dovrebbero essere d’ispirazione per chi si approcci a toccare un bene di così alto valore storico e architettonico. Per il consolidamento della falesia si poteva (anzi, si doveva) intervenire o con metodi naturali, incrementando la vegetazione, o con la messa in opera di reti metalliche ancorate, con resine o con altri strumenti di moderna ingegneria. La rampa che si sta predisponendo è assolutamente inutile ed è un assurdo spreco di soldi pubblici in quanto è già presente l’accesso pedonale ed è ubicato su via della Resistenza Nettunese, sullo stesso piano del fossato, tanto che quello stesso accesso molti anni fa era usato come entrata del giardino pubblico. La stessa rampa non si può neanche giustificare come tentativo di abbattere le barriere architettoniche per i disabili, vista la pendenza che sarebbe proibitiva soprattutto per la risalita. I denari pubblici potevano essere impiegati meglio, sia per la sistemazione della falesia sia per la progettazione del giardino, sia per la messa in sicurezza al fine di rendere fruibile Forte che è invece il vero tema urgente e di cui incomprensibilmente non ci si è occupati! Nell’incontro con il Commissario ci siamo limitati ad esprimere le nostre documentate perplessità e a chiedere di modificare i lavori e lo stesso Dott. Strati, a testimonianza della validità della nostra rimostranza, si è riservato la possibilità di intervenire. In riferimento alla pista ciclabile non abbiamo dubbi sulla bontà del progetto in sé e sul valore di una politica che prenda in considerazione forme di trasporto sostenibili, tuttavia riteniamo che una simile opera, comportando una sottrazione rilevante di posti auto debba farsi all’interno di un più complessivo progetto sulla viabilità. Si tratta di buon senso e di logica”.