Nei giorni scorsi è tornata alla ribalta delle tv nazionali la storia della mamma di Anzio a cui sono state tolte le quattro figlie, tutte minori, dopo la morte improvvisa del padre in una villetta a Lido dei Pini. Le piccole erano state trovate dalla Polizia locale di Anzio in condizioni igieniche precarie e il Tribunale aveva disposto il trasferimento delle piccole in due diversi Istituti. I fatti erano avvenuti poco prima di Natale. Per le Feste le Istituzioni avevano riunito le bambine e, non appena possibile, sono state tutte e quattro riunite in via definitiva nello stesso Istituto. La mamma, giovanissima, dal primo minuto ha annunciato l’intenzione di riprendere le bambine con se. Proprio grazie all’intervento di una trasmissione Rai che ha preso a cuore il suo caso, è stata messa in contatto con delle Associazioni che tutelano le donne in difficoltà e la genitorialità che le hanno trovato un posto di lavori. Alcuni volontari di Anzio e Nettuno l’hanno aiutata a sistemare la villetta in cui viveva, che oltre alle condizioni igieniche aveva una serie di problemi strutturali che ora sono stati risolti (è stato ripristinato il riscaldamento, che non funzionava neanche al momento in cui l’abitazione era stata affittata). Ora l’abitazione è vivibile e la mamma delle bimbe punta ad ottenerne nuovamente la custodia. Ma il percorso non sarà affatto semplice. L’Amministrazione comunale di Anzio, spesso tirata in ballo nella vicenda (le piccole non andavano a scuola e si è molto detto sul fatto che nessuno se ne fosse accorto, ma c’è un motivo) fin dal primo momento si è detta disponibile ad inserire la mamma e le bimbe nei sostegni previsti dai servizi sociali comunali. Sostegno psicologico, cura della persona, assistenza con le figlie minori e tutto quanto previsto, ma la mamma delle bambine non era residente ad Anzio al momento dei fatti. E non lo è neanche ora. In questo modo, il Comune di Anzio e l’assessorato ai Servizi sociali hanno le mani legate.