Ospite della Camera Penale di Velletri e dell’Ordine Forense Veliterno, il Professor Alessandro Sale, scienziato del CNR di Pisa, insieme al dottor Tommaso Picazio Presidente di sezione della Corte di Appello Penale di Roma e il Professor Alessandro Diddi.
Si è discusso in merito all’applicazione della ricerca neuro scientifica, biologica, genetica e psicologica all’ambito criminologico, sì da comprendere origini, cause e concause dei reati, ma anche le motivazioni del comportamento violento e antisociale.
Quanto appreso dal Professor Alessandro Sale sullo studio del cervello e dei geni mostra un certo fascino per il giurista che deve indagare la capacità di intendere e di volere degli autori di reato, e ciò non soltanto in riferimento al giudizio di imputabilità, relativo alla diagnosi del disturbo, bensì anche rispetto al più problematico al grado di incidenza del disturbo sulla capacità di intendere e di volere del soggetto, come pure in relazione al grado di predittività della pericolosità sociale.
Proprio perché basate su un metodo sperimentale, le neuroscienze, sono sottoposte ad un rigido controllo di affidabilità dall’esterno, garantendo significative procedure di ripetizione della prova e di raccolta e analisi statistica dei dati.
Il bagaglio di conoscenza scientifica che deve essere fornito al giudice deve pertanto comprendere sia l’indagine psichiatrica classica, sia le risultanze prettamente diagnostiche effettuate attraverso gli strumenti all’avanguardia, anche per permettere ad altri operatori del settore di verificarne i risultati.
Le neuroscienze in definitiva devono aiutare il giudice fornendo i chiarimenti di cui egli avrà bisogno, sì da poterlo portare a scegliere la consulenza più convincente, in modo però consapevole e informato. A tal fine occorre predisporre standard di validità, obiettività, ripetibilità, accettazione del metodo e delle prove da parte della comunità scientifica e sottoporre la prova alla verifica di resistenza.