Assistiamo in questi giorni ad un interessante dibattito su stampa e blog locali, in merito alla vicenda dell’Università civica, degli eventi organizzati per lo Sbarco, degli improvvidi post di Piero Cappellari coinvolto nelle manifestazioni. Si discute della rimozione del Direttore e del Presidente dell’Unicivica dall’incarico da parte del Commissario prefettizio Bruno Strati, per l’imbarazzo causato ad una città intera.
La prima cosa da dire, per sgomberare il campo, è che la decisione del Commissario Strati ci sembra l’unica possibile alla luce dei fatti.
Quella che alcuni hanno definito ‘giustizia sommaria’ ci sembra invece una precisa attribuzione di responsabilità che il Commissario ben argomenta nel documento con cui revoca gli incarichi. L’organizzazione degli eventi era affidata ai vertici dell’Università civica che conoscevano bene le persone coinvolte. Non le conosceva di certo il Commissario, a cui il nome di Cappellari detto tra altri mille durante una presentazione, non poteva in alcun modo risvegliare campanelli di allarme. I vertici dell’Unicivica, dopo i fatti, hanno negato il coinvolgimento di Cappellari, cercando di attribuire la sua partecipazione ad alcune Associazioni. Ma nei fatti, organizzativamente parlando, tutti dicono apertamente che a spingere per la sua partecipazione è stata in particolare il Direttore Chiara Di Fede. Il Presidente Fantozzi, in una lettera amareggiata in cui replica alla revoca dell’incarico, non si riconosce responsabilità per i fatti e anzi annuncia una serie di eventi pubblici a cui Cappellari aveva già preso parte, come se fosse una prova a discolpa. Una considerazione va fatta. Cappellari a precedenti eventi, per sua stessa ammissione, ha sempre avuto ruoli marginali (lo scrive in un commovente post in cui parla di dieci anni nell’ombra e in cui ringrazia l’Unicivica per la ribalta, post poi rimosso – che abbiamo in copia – insieme al profilo personale sotto indagine per apologia di fascismo) e chi ha organizzato è stato molto fortunato a schivare i possibili contraccolpi, oppure magari lo hanno avvertito di tenere comportamenti adeguati almeno durante gli eventi. In questo caso quello che è accaduto è una diretta responsabilità di chi gli ha dato fiducia, ben sapendo quali fossero le sue personali idee. Il post di Cappellari era imprevedibile? No non lo era. Già in passato aveva fatto post simili con i mezzi tedeschi. Ma non era coinvolto in nessun evento pubblico ed è finito nel dimenticatoio.
Poi c’è chi da un noto blog di Anzio per una volta lascia le vicende del comune neroniano per una difesa d’ufficio all’amica Chiara, che sarebbe stata in lista se non fosse stato per l’incarico nell’Unicivica. Cappellari è da condannare per carità, ma i vertici dell’Unicivica che c’entrano? Pressioni politiche e i temibili ‘new media’ hanno indotto il Commissario a coprire una sua responsabilità. Questa l’analisi su un “precedente pericolosissimo”.
Un precedente che sta diventando un’abitudine a noi invece sembrano le difese ‘ad personam’ per gli amici politici, di lista, di familiari di lista, difese di territori, stagni, laghetti di influenza. Poco c’è di obiettivo in alcune analisi soprattutto permane il criterio di due pesi e due misure. Per alcuni si chiedono dimissioni a go go per vicende in embrione e in divenire. Non si sa mai, nel dubbio meglio che ti dimetti, da sindaco, dal condominio, da consigliere, da presidente, da assessore. Non c’è neanche bisogno di aspettare sentenze, giudizi, resoconti, via, tolto il dente tolto il dolore. Anzi di più. Fermo restando il garantismo fino al terzo grado di giudizio, è meglio che ti dimetti. E le responsabilità che in contesti politici passano magicamente da una giunta all’altra qui si volatilizzano.
Non si dice mai che ancora più grave del terno a lotto sul nome di Cappellari l’Unicivica non ha fatto alcuna assunzione di responsabilità. E’ assurdo dire: “durante gli eventi è stato ineccepibile”. Davvero? Quanti hanno assistito agli eventi? 100, 500, 1000 persone? Quanti hanno visto il suo post alternato a quelli in cui con i vertici dell’Unicivica consegnava premi al Forte Sangallo? Cicero pro domo suo si decide su quali vicende è meglio tacere (sulla Marracino che attacca con note scomposte la stampa che ‘non ci piace’ ad esempio, su parte del Pd sempre più vicino alla giunta De Angelis e sulla deriva post elettorale del Pd) e su quali è importante offrire un sostegno. D’altra parte la Di Fede si era già fatta sostenere dai colleghi e amici della Lista civica di Nettuno che lei rappresenta ad Anzio. E’ proprio vero che l’amicizia o l’inimicizia politica fanno spostare le montagne. Anche quelle del sapone. (eb)