Home Cultura e Spettacolo L’Unicivica si dissocia da Cappellari e non si assume le proprie responsabilità

L’Unicivica si dissocia da Cappellari e non si assume le proprie responsabilità

Ci dissociamo da tutte  le esternazioni personali, avvenute al di fuori delle manifestazione da noi promosse, che contrastano con i principi e i valori fondamentali della Costituzione. 

Piero Cappellari e Chiara Di Fede

Ci dissociamo da tutte  le esternazioni personali, avvenute al di fuori delle manifestazione da noi promosse, che contrastano con i principi e i valori fondamentali della Costituzione. Siamo altresì convinti che alcuni fraintendimenti che possono essere emersi in questi giorni siano probabilmente dovuti alla impossibilità di non avere potuto verificare, tramite una partecipazione diretta ai nostri eventi, l’effettivo andamento del progetto culturale. A tale proposito vogliamo ricordare quello che è stato il progetto  “War is over Project” curato dall’Università Civica.  “W la pace” “la pace > Nazzismo” “FREEDOM”. Questi sono solo alcuni dei numerosi messaggi, molti dei quali scritti da bambini, che sono stati lasciati su “The Peace wall”, istallazione inserita all’interno del programma “War is over Project” curato dall’Università Civica. Messaggi brevi, intensi ed inequivocabili. Poche parole scritte su dei post-it, che al tempo stesso, sono per l’Università Civica Andrea Sacchi, un gradito riconoscimento e una importante testimonianza per il nostro costante impegno, e non solo in questa occasione, nella diffusione dei valori costituzionali, della legalità, e della cultura nella sua accezione più ampia. L’intero progetto culturale, realizzato in occasione della ricorrenza del 75° anniversario dello Sbarco Alleato, è stato curato interamente dall’Università Civica. All’interno del programma sono state ospitate molte iniziative, alcune delle quali proposte da Associazioni che da tempo operano sul territorio e altre che hanno visto contributi individuali di esperti sui temi che sono stati trattati all’interno del progetto stesso. Abbiamo ascoltato la testimonianza di Emanuela Irace, reporter di guerra freelance e cittadina nettunese che ha seguito i conflitti nei Balcani e i vari focolai di guerra in Medio Oriente post 11 settembre 2001. Abbiamo voluto rendere compartecipe il nostro territorio della presenza durante lo Sbarco 75 anni fa, di Robert Capa, il grande fotografo americano di origine ungherese, che è stato di fatto il più grande narratore, con i suoi scatti dei conflitti a cavallo tra gli anni ’30 e ’50. Lo abbiamo fatto avvalendoci della disponibilità di Mario Vintari, stimato fotografo romano e docente presso la nostra Università di un interessante corso di fotografia creativa. Abbiamo deciso di rendere omaggio a Roberto Rossellini, grande regista italiano con la proiezione nell’aula magna della nostra sede a San Giacomo della sua “Trilogia di guerra” (“Roma Città Aperta”, “Paisà” e “Germania Anno Zero”, tre pellicole girate tra il 1944 e il 1948 che testimoniano lo sfacelo dovuto ai danni causati dal conflitto bellico ma anche il desiderio di rinascita delle popolazioni italiane e tedesche dopo anni di dittatura). Abbiamo patrocinato ed inserito nella programmazione, la “Guida ai luoghi dello sbarco Alleato” (realizzata dalla Nettuno olim Antium) in cui si ripercorrono e descrivono tutti quei luoghi, alcuni dei quali oggi non più esistenti, che prima, durante e dopo lo Sbarco alleato hanno interessato la città di Nettuno ed i suoi abitanti. In nessuna delle iniziative proposte e realizzate vi è stata alcuna forma di distorsione e infondatezza storica, negazionismo o mancato riconoscimento dell’estremo sacrificio che i giovani appartenenti alle truppe alleate hanno compiuto per liberare l’Italia dall’oppressione Nazi-Fascista. Ringraziamo tutti i cittadini che hanno preso parte alle diverse iniziative svolte.

Il Presidente Roberto Fantozzi
Il CdA Gianluca Fiocco; Fabio Potenza
Il Direttore Chiara Di Fede

Con questo comunicato promozionale l’Università civica tenta di allontanare da se, senza farne mai il nome, le gesta dello storico Piero Cappellari che dopo aver ampiamente preso parte agli eventi organizzati dall’Ente culturale ha dilagato sui social con delle immagini inneggianti al fascismo e al nazismo che hanno scatenato reazioni politiche e personali, a livello nazionale, che hanno messo in imbarazzo il Comune e che hanno colpito il Commissario prefettizio chiamato a rispondere a più livelli dei fatti. L’unica cosa certa, oggi, è che proprio il Commissario era all’oscuro dei fatti.

Molto bello il programma dell’Unicivica, e tutti quelli che lo hanno visto lo avranno certamente apprezzato. Gli altri, quelli che non erano presenti ed hanno visto Cappellari prima a spasso per la città ad insegnare la storia e poi in foto ad inneggiare ai tedeschi, invece si stanno chiedendo con quale criterio sia stato scelto il professor Cappellari e da chi. Lo storico Cappellari riconosce all’Università civica di averlo ‘tirato fuori dall’emarginazione’ in cui era stato lasciato. Dopodiché ha avuto un comportamento che ha reso chiaro a tutti perché prima non fosse stato mai coinvolto in eventi ufficiali. Infine chi ha selezionato lo storico Cappellari, conosciuto ad Anzio e Nettuno per le sue pubblicazioni e il suo estremismo politico, anziché fumose comunicazioni sulle tante cose belle fatte, dovrebbe cercare di spiegare perché si è deciso, a fronte di tanti esperti in storia (compresi alcuni membri del Cda) di puntare proprio su Cappellari  e ‘rischiare’ la pessima figura a livello nazionale sulla pelle della città e dell’Amministrazione, cosa che è puntualmente accaduta. La scelta fatta è stata sbagliata ed ha causato danni di immagine enormi alla città di Nettuno che solo il Commissario Strati, con le sue parole cristalline durante le cerimonie dello Sbarco, è riuscito a limitare. Non è quello che ci si aspetta da un Ente di promozione culturale. 
Quello che si saremmo aspettati dai vertici dell’Università civica, a fronte dei fatti, sono delle scuse per quello che è accaduto e che ha avuto tanta eco proprio per il coinvolgimento dello storico nei programmi del Comune. Scuse per aver concesso un palco e un clamore mediatico ad uno storico che ha il diritto di avere le sue idee ma non di ‘appiccicarle’ al volto di una città. Scuse e presa d’atto di un grave errore.