“Quanto sta accadendo a Nettuno in occasione della rievocazione storica dello sbarco del 22 gennaio 1944 è grave e inaccettabile”. Lo afferma il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
“Grave, perché è il frutto di un’operazione di puro revisionismo, finalizzata come spesso accade in questi casi, a rovesciare la realtà di ciò che è stato per fare un uso strumentale e politico della storia. Ed è inaccettabile perché quest’operazione avviene nell’ambito di celebrazioni organizzate come ogni anno dalla collaborazione tra enti pubblici e privati. Lo sbarco del 22 gennaio 1944 e le drammatiche battaglie che interessarono il territorio a sud di Roma tra il gennaio e il giugno di quell’anno rappresentarono il primo passo verso la liberazione della Capitale e del Lazio dall’occupazione nazi-fascista. Un’occupazione che generò lutti, morti, discriminazioni, deportazioni. Siamo quindi di fonte a una vera e propria offesa alla memoria delle migliaia di giovani americani che morirono per sconfiggere il nazifascismo, ai tantissimi civili uccisi o perseguitati durante l’occupazione tedesca, al ricordo dei tanti italiani che rischiando la propria vita scelsero di non aderire alla Repubblica sociale o di entrare nelle formazioni partigiane. Oggi più che mai, di fronte al rinascere di nazionalismi e pulsioni separatiste e razziste, le istituzioni, a tutti i livelli, devono porre un argine a chi intende riscrivere la storia a proprio uso e consumo, al solo scopo di diffondere idee e valori contrari a quelli sanciti dalla nostra Costituzione. Nel momento in cui ci apprestiamo a celebrare l’ottantesimo anniversario dell’inizio della seconda guerra mondiale, dobbiamo tutti impegnarci per trasmettere, alle giovani generazioni ma non solo, la memoria e la consapevolezza di ciò che quegli avvenimenti rappresentarono. La pietà umana per tutti i caduti non può portare a confondere i ruoli di chi si schierò a fianco della tirannia e della barbarie con chi, in quella drammatica vicenda, scelse di impegnarsi per la libertà e la democrazia. Per tali motivazioni la Regione Lazio ha formalmente manifestato il proprio disappunto al Commissario del Comune e chiesto delucidazioni sulle iniziative necessarie per superare tale disdicevole circostanza”.
Il Commissario prefettizio Strati paga quindi, oggi, la fiducia accordata all’Università civica di Nettuno e ai suoi vertici che non hanno condiviso con il Commissario la parte del programma relativa allo storico Cappellari che, al di là del lavoro effettivamente svolto ha a sua volta tradito la fiducia di chi gli aveva dato voce, con dei post imbarazzanti sulle pagine social del Comune di Nettuno. Sulla vicenda il Commissario Strati ha chiesto una relazione a Fantozzi e alla Di Fede che hanno fatto una scelta che si è rivelata infelicissima. Per quello che riguarda i costi degli eventi, il Commissario Strati è stato subito chiarissimo: “Non un euro verrà utilizzato per pagare chi diffonde teorie revisioniste”.