Sono 12 le persone che questa mattina all’alba sono state arrestate tra Nettuno e Marino, arresti che si aggiungono ai 18 dell’ultimo anno di indagini della Polizia di Stato nell’ambito dell’operazione “Hybrid“. L’accuse per tutti sono di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di veicoli, furto, ricettazione, falso e occultamento di documenti, con l’aggravante della transnazionalità. In molti casi, infatti, i crimini venivano preparati, pianificati, diretti e controllati anche da altri Paesi come Polonia, Bulgaria, Albania, Spagna e Germania. In campo oltre novanta poliziotti coadiuvati dalle unità cinofile, con un arresto effettuato anche a Codroipo in provincia di Udine, dove uno dei colpevoli si era trasferito.
La banda individuava i veicoli più adatti alla cannabilizzazione, le smontava e ne rivendeva i pezzi di ricambio al mercato nero internazionale. Le auto di grossa cilindrata e di lusso, soprattuto ibridi, venivano venduti clandestinamente e ne effettuavano la nazionalizzazione attraverso l’impiego di documenti esteri falsi o di illecita provenienza. Le auto “ripulite” venivano poi distribuite in Italia e nei paesi dell’est Europa.
A capo della banda vi era un cittadino albanese, noto alle forze dell’ordine, che si avvaleva della stretta collaborazione di due complici italiani e di un assortito gruppo di criminali, ognuno dei quali aveva compiti specifici: dal furto delle automobile, allo smontaggio dei pezzi fino alla rivendita. Nel corso dell’operazione la Polstrada di Roma ha anche recuperato in un autotreno “schermato” un centinaio di pezzi di ricambio rubati e pronti ad essere venduti. 10 degli arrestati sono stati accompagnati presso il Carcere di Regina Coeli, mentre per due di loro è stata disposta la detenzione domiciliare. Durante la perquisizione sono stati, inoltre, sequestrati 30 grammi di marijuana nascosti nell’abitazione di uno dei membri dell’organizzazione.