Il duo artistico formato da Antonio Rezza e Flavia Mastrella, sotto sfratto insieme ad altre realtà associative dai locali della Ex Divina provvidenza di Nettuno, ha presentato, a sorpresa, una richiesta di usucapione dei locali in cui da tanti anni prova gli spettacoli poi diventati noti nel mondo e pluripremiati.
I due artisti, impegnati in questi mesi in una battaglia contro l’ordinanza di sgombero del Comune che solleva motivi di sicurezza in un edificio vecchio e malandato, fanno una fuga in avanti rispetto alle altre associazioni e invitano il Comune ed il suo rappresentante legale, ad un procedimento di mediazione.
La domanda di Rezza e Mastrella è finalizzata ad accertare e dichiarare “l’intervenuto acquisto per usucapione della proprietà pro quota dell’Unità immobiliare di mq70 circa con accesso da via San Benedetto Menni 6 posta al piano terra rialzato del complesso denominato Divina provvidenza. Allegata alla richiesta vi è la planimetria precisa degli spazi richiesti e si sottolinea ancora che “dal 1991 hanno avuto il possesso ed hanno goduto in via esclusiva continuamente ed ininterrottamente del detto locale. Pertanto attraverso tale comportamento, hanno posto in essere il possesso utile ad usucapire. Possesso acquistato ed esercitato pubblicamente, in modo visibile e non occulto”.
Un procedimento teso, quindi ad acquisire la proprietà materiale del bene che, lo ricordiamo si trova in un Edificio storico pubblico di proprietà del Comune. L’Amministrazione comunale, è facile immaginarlo, farà resistenza alla richiesta con la nomina di un legale così come ha fatto per il ricorso presentato al Tar dalle Associazioni che chiedevano la sospensiva dello sgombero. Ricorso che, proprio ieri, è stato respinto. Ora non resta che attendere e vedere l’esito della mediazione, fissata per il prossimo 22 gennaio. A quanto pare in Comune è già pronta una memoria che sottolinea come i beni pubblici non possano essere usucapiti ed è facile immaginare con che spirito sia stata accolta la richiesta. Quello che sembra estremamente probabile è che, anche a fronte di questo atto legale, l’assegnazione dei locali possa essere revocata in via definitiva.
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