E’ una soddisfazione infinita quella dell’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Anzio Pino Ranucci, che ha pubblicato un video on line l’avvio dei lavori nel quartiere Europa, dall’asilo alle vie interne: via Belgio, Olanda, Inghilterra e Lussemburgo. Ma sono in previsione lavori di riasfaltatura anche anche Corso Italia, via Nerone, viale Marconi e tanto altro (il video è pubblicato sulla nostra pagina Fb). L’assessore Ranucci oggi incassa il sostegno dei residenti della zona “che da dieci anni non avevano visto nessuno fare i lavori in zona” come si legge tra i commenti sui social, ma anche dai suoi consiglieri e colleghi di giunta. Ranucci, sul cantiere con Mazzi, è stato fotografato persone con la pala in mano mentre lavora.
“QUARTIERE EUROPA
VIA BELGIO – VIA OLANDA – VIA LUSSEMBURGO – VIA INGHILTERRA
Il 9 marzo del 2019 lasciavo, dopo 12 anni, la carica di Presidente di Comitato di Quartiere Europa-Anzio2-Garbatella e Pinetella per accettare l’importante incarico di Assessore al Comune di Anzio per poi essere riconfermato, grazie alla fiducia dei miei concittadini, con il risultato delle elezioni di giugno 2018. Per anni i residenti di questa zona hanno richiesto questo intervento di manutenzione in un perimetro urbano che è stato per me culla della infanzia. Grazie al lavoro dell’amministrazione De Angelis,della quale mi onoro di far parte, finalmente le richieste dei cittadini di questa zona sono state accolte. Alle sterili critiche ci piace rispondere con programmazione, con fatti concreti!
#RISPONDIAMOALLECRITICHECONIFATTI
Vero… assessore Giuseppe Pino Ranucci!?!?!?
Con questo post voglio ringraziare il collega ed amico Pino Ranucci che ogni giorno, con amore, segue personalmente gli interventi programmati!
#AmministrazioneDeAngelis2019❤ #lavorodigruppo🔝 #damosedafa 😍#superPino”.
Così su Fb l’assessore Gianluca Mazzi sui lavori di rifacimento delle strade
“Da amministratore e presidente della commissione lavori pubblici, vedere il compimento del rifacimento dell’asfalto nella via in cui sono cresciuto, mi fa tornare alla mente molti ricordi. Era il 1981 quando l’allora IACP (istituto autonomo case popolari), prima ICP ed ora ATER, consegnava 144 alloggi popolari (edilizia sovvenzionata).
A questa prima edificazione, ebbe seguito un intervento di edilizia convenzionata (per noi autoctoni le cooperative), che affianco’ il nucleo principale. Erano gli ultimi anni dei grandi investimenti sugli alloggi popolari, costituiti ancora da una progettazione di qualità architettonica e sociale. Da lì a poco, in Italia, si sarebbero realizzati veramente pochi progetti per l’edilizia residenziale pubblica. Era il tramonto dei grandi interventi statali sulla casa, che avevano visto a Roma l’edificazione di importanti quartieri entrati a pieno titolo nella storia dell’architettura. Testaccio, la Garbatella, solo per citarne alcuni.
Insomma uno dei maggiori patrimoni pubblici in Europa. Certo, a volte, gli interventi, forse, utopici, non correttamente supportati da una strategia sociale integrata, hanno creato mostri urbani, basti pensare a Corviale o al Laurentino 38. In questo contesto, ritengo che l’intervento del Quartiere Europa, ad Anzio, fu significativo sul piano architettonico. Solo dopo molti anni sono riuscito ad analizzare il contesto dove sono cresciuto, alla luce del mio percorso professionale da Architetto e nei ricordi della mia infanzia, vissuta fino all’età di 25 anni, in uno di quei 144 alloggi. Tre lotti, pilotis al piano terra con garage e cantine, poi due alloggi per ognuno dei due piani di elevato più un duplex al terzo, dove era ricavata una stanza. Quattro famiglie per blocco, mediamente 20 persone. Poi gli spazi di relazione sociale. Le tre grandi corti cavee in ogni lotto, circondate da portici per il riparo nei mesi estivi. Le tre piccole finestre della cucina aperte verso la corte, per permettere alle mamme che cucinavano, di osservare tutto quello che succedeva. Le porte dei garage usate come porte da calcio e poi tutto intorno il vuoto.
Forse non fu un intervento troppo riuscito dal punto di vista urbanistico e sociale.
Di servizi ce ne erano pochi. La parrocchia San Benedetto con il vecchio campetto in terra, la tabaccheria e il negozio di alimentari. Poi c’eravamo noi, un mix sociale variegato, spesso pericoloso e con pochi punti di riferimento. Pochi stimoli positivi per dare un segnale, un indirizzo al futuro di chi cresceva lontano dai primi segni di civiltà.
In tanti non avevamo mezzi di trasporto e spesso potevamo scendere solo a piedi, prendendo quello che noi chiamavamo stradone. C’è chi si è perso e chi no.
Chi ha combattuto per una strada ritta, chi l’ha imboccata dopo e chi non l’ha mai vista.
Tante persone le rivedo dopo anni e le ricordo con estremo piacere, perché fanno parte di un periodo importante della mia vita, che ha condizionato e condiziona, inevitabilmente, le scelte attuali. È qui dove tutto nacque, che parte la fiamma ardente della nascita della mia passione politica e la voglia di rappresentare la mia città”. Questo il post del consigliere Flavio Vasoli.