Alla fine degli interventi del gruppo organizzatore di Patto per Nettuno, hanno preso la parola una serie di ospiti in sala. Su tutti a sorprendere la discussione tra i due ex Sindaco Carlo Conte e Antonio Simeoni, finita grazie alla mediazione di Gianni Cancelli con una stretta di mano.
“Sono contento – ha detto Carlo Conte nel suo intervento in qualità di Presidente del Pd di Nettuno – che il Patto si colloca nel centrosinistra. Credo che dovremmo partecipare a degli incontri, per discutere dei punti fondamentali di un programma comune. Già una buona manutenzione e lo sviluppo del futuro – ha spiegato Conte – basandosi sulla valorizzazione della cultura e del turismo sono un punto di partenza essenziale. Compreso qualche accordo sul Poligono per la costa. Noi siamo ben disposti ad incontrarci e a costruire un progetto con una candidatura comune”. Poi è stata la volta della Segretaria del Pd Carla Giardiello che più che aprire alla disponibilità al dialogo ha posto tante domande su come il Patto intenda andare avanti. “Sono contenta dell’apertura a sinistra – ha detto – è vero che dobbiamo confrontarci sulle richieste e le esigenze dei cittadini ma non è semplice, dobbiamo capire come. Avete idee su come procedere?”. Quindi ha preso la parola Gabriele Petriconi che dell’apertura a sinistra non sembrava poi così contento. “Ho aderito perché il progetto è civico e rispettabilissimo – ha detto – e si pensa al Paese, ora inizio a sentire che si apre a sinistra. Siete trasversali o no?”.
Poi ha detto la sua Mariano Leli. “Rappresento un raggruppamento di liste civiche che il primo e il due dicembre prossimo si riunisce per discutere del futuro della città che, per noi, verte su tre punti: riorganizzazione amministrativa, turismo e opere pubbliche. Da due giorni di confronto nascerà quello che dovrà essere il nostro programma per le elezioni, che come si vede, nasce dal basso. Nettuno sporca, allagata e piena di buche: è mancata la capacità di governare ma anche la continuità amministrativa visti i tanti commissariamenti. Siete tutti invitati a partecipare: saremo trasparenti e vogliamo far venire meno la logica spartitoria che ha sempre regnato. In questi incontri deve emergere chi può essere classe dirigente a Nettuno.
Quindi ha preso il microfono Antonio Simeoni. “In questo paese – ha detto – c’è una sciatteria diffusa. Io ho una discreta esperienza non solo come sindaco ma come dipendente della Ragioneria dello stato, esperienza che nonostante l’età voglio mettere a disposizione se lo si vorrà. Carlo Conte ragiona ancora come a Borgo Montello, mentre la casa brucia. Questo – spiega – non è un rivolgersi a sinistra ma è un momento di chiamata alle armi trasversale, si deve far rinascere una città succube della trasmigrazione politica da Roma e da altri comuni, anche grazie ai partiti che devono restare fuori. Se non si riscatta la propria storia che nel 2005 è stata bolllata a sospetta infiltrazione mafiosa non si va avanti. A mio avviso era solo disordine amministrativo. Ora si devono superare gli steccati. La stampa oggi scrive che si vede il mare dal Forte invece si sta facendo una devastazione di un bene storico inestimabile”. Ad interromperlo proprio Carlo Conte a cui Simeoni è sembrato rivolgersi tutto il tempo. “Non capisco perché ce l’hai con me – ha detto – poi alzando la voce. La situazione in cui siamo appartiene anche a te, ma autocritica la vuoi fare? La vuoi fare? Io poi lo sai sono fumino”. “Quando vii – ha detto ancora Simeoni – ma ricordati che non siamo io e te il nemico. Ricordati quello he ti dico: l’intervento he si sta facendo oggi alla Divina provvidenza è propedeutico per la vendita. Diranno che ci vogliono troppi soldi per sistemare e svenderanno. Li dentro sono ammassati gli archivi del comune di Nettuno, che è rimasto senza memoria, qui ci stanno portando via tutto e noi siamo ancora a discutere di centrosinistra”. Un intervento apocalittico quello di Simeone che ha sottolineato l’importanza assoluta di un progetto comune.
Quindi ha detto la sua anche Nicola Burrini del Pd. “Non è facile parlare dopo Carlo e Simeoni – spiega – ma una cosa la voglio dire. Oggi non c’è più l’orgoglio nettunese degli anni 80. Oggi siamo qui perché ha fallito la politica ma anche perché ha fallito chi si proponeva come il cambiamento della politica, con i 5 stelle che hanno fatto peggio degli altri. E si ritorna al manuale cancelli. Dobbiamo ritrovato l’orgoglio che deve portare al risorgimento della città e dei cittadini. Anzio negli anni 80 ci prendeva a modello. I cittadini hanno sopperito alla carenza della politica. Qui ci sono capacità ed esigenze che sono state mortificate negli anni, questa è la rotta che va invertita”. Infine a chiudere il dibattito sempre Gianni Cancelli. “Il Patto vuole richiamare tutti i cittadini a ricordare la propria storia – spiega – qui siamo riusciti a far diventare assessori anche le mezze tacche di Anzio. Tutti i nettunesi con le loro competenze professionalità e con le loro stimante famiglie si devono unire per Nettuno. Oggi abbiamo indicato solo alcuni temi, molto c’è ancora da dire e fare per far valere le priorità. Il Patto terra conferenze su aree tematiche specifiche ed è disponibile a confrontarsi subito con altri movimenti civici e partiti. Non si preclude il confronto a Nettuno”.
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