Davanti ad un vasto pubblico (nonostante la pioggia torrenziale) e a diversi esponenti politici del territorio (il Pd era ampiamente rappresentato dall’ex sindaco Alessio Chiavetta al segretario Carla Giardiello, dal Presidente Carlo Conte, ma anche Nicola Burrini, Marco Federici, Giacomo Menghini, e Luigi Cerchio, l’ex sindaco Simeoni che sostiene il progetto, Mariano Leli, Gabriele Petriconi, Giampiero Pedace ed Ernesto Cassandra, Giuseppe Giallongo e Salvo Grimaudo), Cancelli ha aperto il dibattito presentando il progetto a cui si intende dare vita. “Questo esperimento politico – spiega – non coinvolge quella che è la personale posizione politica che ognuno di noi può avere in altri comuni. E’ un Movimento che nasce dalla necessità di rimettere in piedi questa città, è un progetto trasversale che si dedica a Nettuno. Ringrazio ai presenti di essere qui, vogliamo manifestare la nostra apertura al dialogo con la gente per discutere di buon governo, ed è necessario coinvolgere tutte le energie positive, al di la della destra e la sinistra, con l’obiettivo di normalizzare i percorsi amministrativi e la vita cittadina travolta da un degrado che non sfugge a nessuno.
Quindi ha preso la parola Gianfranco Rabini. “In passato siamo stati nelle mani dei politici sempre verdi noti a tutti in questo territorio, costruttori e professionisti che hanno governato con la logica del ‘che me tocca a me’, quello che mi ha lasciato basito è che il Movimento grillino legato a concetti diversi, basati sulla legalità e la trasparenza, è riuscito a cadere in meno di due anni per i soliti giochi di potere. Tutti loro hanno già dato. Ora tocca ad un Movimento civico che punta al bene della città e crede che l’impegno e la cultura siano la chiave per rilanciare questa città puntando sul turismo. Sulla valorizzazione delle bellezze locali, della storia, delle tradizioni. Uniti ce la possiamo fare rimanendo con i piedi per terra. Non siamo pronti ad aprire agli affaristi e a chi fa politica ma non vuole il bene di Nettuno. Parlo da Nettunense, vogliamo che i cittadini siano i costruttori del futuro vogliamo che tutti capiscano che Nettuno è una città viva che produce cultura da 200 anni. Noi di Patto per Nettuno abbiamo un sogno, quello di risvegliare le coscienze e trasformare la questione culturale in questione politica impegnandoci per la città. Vogliamo che i cittadini siano parte attiva di un progetto civico a lungo termine per la costruzione di un nuovo futuro basato su apprendimento reciproco, creatività e valori condivisi. Ciò vuol dire dare un nuovo senso al valore delle cose. L’impegno è essenziale”. Quindi ha preso la parola Luigi Noro che ha detto la sua sul disfacimento degli impianti sportivi e dello spot a Nettuno. “Tanti atleti sono andati via – spiega – non abbiamo più una squadra di calcio in una categoria ragionevole e il baseball soffre senza aiuti. Mai come in questo momento il patrimonio sportivo è in condizioni tali di abbandono che persino chi vuole investire è chiamato ad affrontare costi proibitivi. Anche attraverso lo sport, la cura e la valorizzazione degli impianti oggi tristemente inattivi, può rinascere una città”.
Quindi ha preso la parola l’architetto Monaco, che “senza voler fare un elenco delle cose da fare” ha detto la sua sulla necessità di studiare un Piano regolatore generale per la rigenerazione urbana della città di Nettuno e per il recupero edilizio, per un piano di viabilità professionale, che migliori il traffico e la vivibilità, questioni ad oggi ancora senza risposte definitive.
Quindi è intervenuta Marina Aimati. “I programmi quando si ascoltano sono tutti belli, tutti validi, delle civiche e dei partiti. Oggi vorrei suscitare in voi qualcosa di più: l’appartenenza a questo Paese. Io sono nata ad Artena, il paese dei briganti, ma vivo qui da quando avevo dieci anni. Ho toccato con mano il carattere dei nettunesi. In tanti hanno voglia di fare per il proprio Paese. La voce che ci sostiene deve essere la vostra non la nostra. Noi mettiamo la faccia e la rabbia. Di vivere in un Paese in cui non si può uscire di casa perché c’è il lago, ci sono le buche. Si può fare un programma sulle buche? Io mi rifiuto, quella dovrebbe essere la normalità. Questa riunione deve essere un punto di partenza per creare una voglia di protesta e di cambiamento che deve uscire fuori da tutti noi. Io non ho mai fatto politica, ho fatto del sociale. Sono qui perché ci credo. Ma credo anche che non si può fare politica partendo dagli errori degli altri, dobbiamo fare politica partendo dallo stato dei fatti, da cosa fare da qui in avanti. Ricordiamoci tutti che non basta il sindaco, la giunta. Il consiglio comunale è importante, dovete pensarci tutti tremila volte a chi dare il voto. Se si crea un consiglio comunale che non ha spirito di squadra non si va da nessuna parte. Oggi qui ci sono persone di tutte le età. C’è la memoria storica del Paese, ci sono i giovani. Iniziate oggi a dirci cosa volete, cosa c’è da fare. Per capire cosa c’è che non va basta fare due passi, ritirate fuori quello che siete. Mi ricordo la Nettuno degli anni ’70. Questo è un paese che dovrebbe vivere di turismo, ma non accade. Vorrei che ci diceste cosa volete per questa città”. Poi si è proseguito con gli interventi dei politici in sala (il resoconto a breve sul Clandestino).