Non ci stanno a passare da “scrocconi” i residenti abusivi di Corso Italia ad Anzio che oggi sono rimasti a secco (e annunciano querele) poiché gli utenti regolari del palazzo che si trova al civico 34, dopo aver contrattato con Acqualatina il pagamento rateizzato di un debito pregresso (circa 120mila euro da versare in 12 mesi), hanno chiesto e ottenuto l’allaccio di contatori singoli. Il risultato è che da stasera i residenti regolari hanno l’acqua e gli abusivi no. I contatori degli irregolari sono stati sigillati e se qualcuno li tocca si rischia la denuncia penale. La rabbia di chi è rimasto a secco è tangibile. Alcuni hanno regolari contratti di affitto con dei proprietari che comunque non hanno pagato il debito pregresso. Altri sono abusivi punto e basta e lamentano il fatto di aver chiesto da tempo di regolarizzare la propria posizione alla Banca, all’Amministratore, al Comune, senza mai ottenere risposta. Altri ancora lamentano il fatto che per le spese condominiali i soldi siano stati chiesti anche a loro (e non solo ai regolari) sempre senza ricevuta (e ovviamente bisogna fidarsi sulla parola) e che l’acqua e l’accordo con Acqualatina sono solo merito delle proteste degli abusivi, che quando la Spa ha staccato l’acqua a tutti sono stati gli unici a protestare in Comune e con il Sindaco. infine c’è chi sostiene che il vecchio debito non li riguarda, perché loro l’affitto lo pagavano ai vecchi amministratori, comprensivo di quote d’acqua. Eppure i regolari dicono che molti l’affitto non lo pagano affatto, che hanno rovinato gli spazi comuni di un palazzo che fino a qualche anno fa ‘era un gioiello’, che l’acqua l’hanno dovuta pagare in 20 per tutti con una spesa difficile da sostenere (più di qualcuno ha dovuto chiedere un prestito), che c’è chi ha comportamenti aggressivi e si ha paura a tornare a casa la sera. Da oggi chi è regolarmente in casa sua può pagare solo le spese che sostiene davvero. Gli altri sono certamente in difficoltà, chi con dei figli piccoli, con lavori in nero e sottopagati, chi con dei disabili a carico. A gran voce chiedono di essere regolarizzati ma una soluzione per tutti, alla luce dei fatti, sembra difficile da raggiungere.