“Se non riusciremo, tutti insieme, a realizzare il Monumento in onore del campione portodanzese di boxe, Giulio Rinaldi, vado via da Anzio. Grazie al Sindaco, Candido De Angelis ed all’Amministrazione Comunale tutta, per essere al nostro fianco in questo progetto dedicato ad un simbolo cittadino che, con orgoglio, ha portato il nome di Anzio in tutto il mondo”. Ha iniziato così, ieri sera, tra gli applausi dei numerosi cittadini presenti, presso il ristorante “Tulipano Nero”, il suo sentito intervento Patrizio Colantuono, che, insieme al figlio del campione, Pietro Rinaldi e a Victor Hugo Castaldi, ha dato vita all’Associazione con l’ambizioso obiettivo di realizzare un monumento bronzeo, in onore del campione italiano, europeo e finalista mondiale di boxe, Giulio Rinaldi, scomparso il 18 luglio 2011 all’età di 76 anni.
Il manager e giornalista, Rino Tommasi, ricorda così il campione anziate: “Giulio Rinaldi è stato certamente la più grande vedette che la nostra boxe abbia mai avuto. Bisogna ricordare che Giulio Rinaldi ha inaugurato il Palazzo dello Sport di Roma il 4 giugno 1960, portando al botteghino 15.255 spettatori in un periodo in cui la boxe non era uscita dalle dimensioni del più piccolo Palazzetto di Viale Tiziano. Tra il gennaio ed il marzo del 1961 Rinaldi ha determinato l’esaurito al Palaeur in tre occasioni nell’ arco di poche settimane, incontrando Sonny Ray, Freddie Mack e Sixto Rodriguez. Nel settembre 1962 per il campionato d’ Europa dei mediomassimi tra Rinaldi e lo scozzese Chic Calderwood, ho esaurito i 15 mila biglietti disponibili, dieci giorni prima dell’ evento. Quando il 22 marzo 1963 Wayne Bethea, un peso massimo americano, mise k.o. Franco De Piccoli, il giorno dopo Rinaldi, con il suo manager, è venuto a trovarmi mentre giocavo una partita di calcio di un torneo amatoriale e tra il primo ed il secondo tempo mi ha detto, senza troppi preamboli. «se me dai 5 milioni ce faccio».