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Festa di Unita nazionale e Forze Armate, il discorso di Bruno Strati

Sono state parole toccanti quelle del Commissario prefettizio del Comune di Nettuno Bruno Strati, nel discorso tenuto ieri

Il Commissario prefettizio Bruno Strati

Sono state parole toccanti quelle del Commissario prefettizio del Comune di Nettuno Bruno Strati, nel discorso tenuto ieri nella sala Serra a causa del maltempo, in occasione della Festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Un discorso che parla di pace, di impegno civile, di una storia che non va dimenticata, del compito dei giovani nel portare avanti la memoria di una città, di un Paese. Di seguito il discorso completo.

“Rivolgo il mio saluto al Sindaco di Anzio, Candido de Angelis, al Generale Angelo Assorati, ai Signori Comandanti delle Forze dell’Ordine e della Polizia Locale, alle Autorità Religiose, al Vice Parroco della Collegiata di San Giovanni, Don Antonio Caristo, alle Rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche d’Arma e Patriottiche, alle Sorelle e ai Volontari del Comitato della Croce Rossa di Anzio e Nettuno, ai Volontari delle Associazioni di protezione civile, ai componenti della Banda e a tutti i Cittadini presenti. Oggi, in tutto il Paese, si celebra la “Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate” e la fine della Prima Guerra Mondiale sancita dall’armistizio firmato dall’Italia e dall’Impero Austro- Ungarico ed entrato in vigore il 4 novembre 1918.

La fine della Grande Guerra

Oggi ricorre il centenario della fine della “Grande Guerra”, che per il nostro Paese doveva coronare il sogno risorgimentale dell’unità nazionale, e che è stato un conflitto di proporzioni inedite nella storia dell’umanità. Un conflitto che ha lacerato e devastato l’intera Europa e che si è chiuso con uno spaventoso numero di perdite umane: un tragico bilancio di cui ancora oggi non conosciamo, se non in modo approssimativo, il numero dei morti, dei feriti e dei civili deceduti. Gli storici ci parlano di circa 8 milioni e mezzo di morti, di cui 700.000 italiani, di cui quasi 20 mila cittadini del Lazio, e di oltre 20 milioni di feriti gravi e mutilati: una intera generazione di europei letteralmente falcidiata dal conflitto. Tra gli italiani, provenienti dalle diverse aree geografiche del nostro Paese, vi erano anche tantissimi giovani che provenivano da questa terra, da Nettuno, da Anzio. Molti di loro erano ragazzi che non avevano ancora compiuto i 18 anni e che si erano ritrovati a combattere sotto un’unica bandiera: il Tricolore. Erano i ragazzi del ’99 che, nel 1917, si arruolarono per combattere a Vittorio Veneto. Loro sono i veri eroi della Grande Guerra: i protagonisti di una delle pagine più dolorose della nostra storia nazionale. Ed è per ricordare quei soldati, i nostri concittadini, morti in guerra e rendere omaggio a tutti quegli italiani – uomini e donne – che hanno perso la vita per la Patria e per la libertà che, oggi 4 novembre 2018, cento anni dopo la fine della guerra, ci ritroviamo qui davanti al Monumento in Onore dei Caduti, in questa piazza simbolo della nostra città.

La ricorrenza nel tempo

La ricorrenza del 4 novembre è stata, a lungo, legata alla celebrazione della vittoria italiana nel primo conflitto mondiale. Nel tempo, però, il suo senso è mutato tanto è che oggi non ci ritroviamo qui per ricordare una vittoria né, tantomeno, per esaltare una guerra. La guerra è la cosa più orribile che possa accadere ad un popolo ed i nostri Padri costituenti hanno voluto ricordarcelo con l’articolo 11 della Costituzione che recita appunto: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. La “Festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate” rappresenta l’occasione per ricordare pubblicamente il sacrificio di quanti hanno combattuto per la difesa dell’identità nazionale, per l’indipendenza, per la libertà e per la democrazia – valori fondanti della nostra Repubblica – nonché per riflettere su come questa importante eredità possa essere raccolta e messa in pratica nella vita quotidiana da ciascuno di noi, secondo il proprio ruolo e le proprie responsabilità. In questo nostro tempo siamo tutti chiamati ad impegnarci per l’unità e la democrazia del nostro Paese perché io credo che solo preservando l’unità nazionale e rafforzando la comune identità, l’Italia potrà continuare a far valere il proprio importante contributo negli scenari europeo ed internazionale.

La Festa delle Forze Armate

Il 4 novembre è una ricorrenza dalla duplice valenza perché celebra contemporaneamente l’Unità nazionale e le Forze Armate. Ciò testimonia lo strettissimo legame che esiste tra il Paese e la sua componente militare: uomini e donne che oggi sono al servizio della comunità così come lo sono stati quei valorosi soldati che hanno combattuto in uno dei più terribili conflitti della storia. In un mondo caratterizzato da scenari complessi come quello odierno, nel quale l’Italia si trova a svolgere un ruolo fondamentale nella ricerca di nuove forme di dialogo e di cooperazione, anche le nostre Forze Armate sono chiamate ad essere sempre più uno strumento di pace nonché l’elemento essenziale della nostra politica estera e di sicurezza. Oggi, nel mondo, sono tanti i militari italiani coinvolti in operazioni internazionali per il mantenimento e la costruzione della pace. Oggi i nostri militari sono impegnati in operazioni di sicurezza internazionale con l’ONU e la Nato, sono in Libia, in Niger, Tunisia, Egitto, Somalia, Gibuti, Afghanistan, Iraq, Libano. Ma non solo. Le Forze Armate sono anche un significativo presidio al servizio della collettività nei compiti di ordine e sicurezza pubblica, in particolare nella lotta contro il terrorismo e fondamentale è il contributo e il supporto che portano alle comunità ogni qual volta il nostro Paese è colpito da calamità naturali che provocano morte e distruzione. In questa giornata tutta la cittadinanza vuole esprimere riconoscenza e gratitudine alle Autorità militari presenti ed ai componenti delle Forze Armate di ogni ordine e grado del nostro Paese. In questa giornata la cittadinanza vuole ringraziare i Militari che sono qui presenti al Poligono. Una realtà che esiste a Nettuno da più di un secolo che è stata importante durante le guerre e che ancora oggi è fondamentale per la difesa del Paese.

Un pensiero rivolto ai giovani

Ma oggi il nostro pensiero deve necessariamente rivolgersi ai giovani. E sono molto contento che l’Università civica di Nettuno, sempre molto attiva, abbia organizzato una settimana di convegni e iniziative sul centenario della fine della Grande guerra. Senza memoria storica, infatti, il nostro Paese, la nostra comunità rischia di perdere e smarrire il significato e il senso profondo della propria identità culturale e civile. La giornata di oggi rappresenta, quindi, una sorta di passaggio di testimone da una generazione all’altra affinché l’importante eredità consegnata dai padri non venga dispersa e possa essere difesa e tutelata dai figli. Costruire il futuro, significa impegnarsi per un’Italia migliore, fondata sulla cultura della pace e della legalità affinché il sacrificio di quanti hanno combattuto per l’unità e la democrazia del nostro Paese non risulti vano. Dobbiamo tutti, e in particolare i giovani, riscoprire quello spirito del ragazzi del ’99, non certo per combattere una guerra – MAI più la guerra – ma per ritrovare quegli ideali di identità nazionale e di servizio al Paese. E mi auguro davvero che le parole, i significati e i simboli evocati da questa giornata, possano servirci come stimolo a ricercare un sempre maggiore coinvolgimento e impegno civile, sociale e politico che si fondi sui principi di legalità e giustizia. Le tante sfide che abbiamo davanti – penso ad esempio alla situazione di crisi economica che ancora persiste, alla difficoltà sociali, all’immigrazione – richiedono un rinnovato e forte spirito di unità nazionale, che non significa nazionalismo ed egoismo ma piuttosto identità collettiva e coesione sociale al servizio del bene comune. In questo senso noi abbiamo il dovere di servire il nostro Paese così come fecero i nostri padri cento anni fa. Per questo la città di Nettuno rende Onore ai caduti per la Patria, Per questo oggi ricordiamo i tanti Nettunesi che persero la vita per il nostro Tricolore, viva le Forze Armate come strumento di pace, viva l’Italia!”.