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Congresso regionale del Pd, Astorre supera il 60% delle preferenze

Partito democratico Unione Regionale Lazio, la Commissione Regionale per il Congresso rende noti i dati ufficiali definitivi delle votazioni per l’elezione del Segretario democratico della Regione Lazio. In testa a larghissima maggioranza Bruno Astorre, che supera il 60% delle preferenze. Poco più della metà dei consensi per Claudio Mancini mentre Andrea Alemanni si ferma al 7%.

“Grazie a tutti – ha scritto Astorre su Facebook – Quando un popolo si mobilita per scegliere i propri organismi dirigenti è sempre una bella e sana festa di democrazia. I risultati delle convenzioni di circolo, anche se ancora non ufficiali, ci restituiscono una affermazione importante, che però non è mia ma di tutto il partito che, ancora una volta, con oltre 15 mila votanti, ha voluto affidarsi ai propri iscritti. Grazie a chi ha scelto di sostenermi (9.198 iscritti) – scrive ancora – e grazie anche a chi ha scelto Claudio (4.937 iscritti) o Andrea (1.092 iscritti), perché al di là del sano confronto tra mozioni diverse, siamo tutti parte della stessa squadra. Ora, con lo stesso spirito, ci prepariamo alle primarie aperte del 25 novembre. Insieme, con unità, umiltà e umanità”.

Claudio Mancini ha scritto invece un post estremamente polemico “Ringrazio le iscritte e gli iscritti che mi hanno votato in questa prima fase del congresso regionale che si concluderà il 25 novembre con le primarie aperte. Dai dati ufficiosi dei verbali dei congressi risulto primo nella città di Roma con un numero di delegati potenziali nel Lazio superiore al 40%. Per me si tratta di un risultato molto positivo in una regione il cui partito è da quattro anni gestito dalla corrente di AreaDem, che in quasi tutte le federazioni gestisce il tesseramento e che esprime la candidatura del senatore Astorre. In particolare – ha concluso Mancini – nella città di Roma il costo minimo per le adesioni è di 30 euro, mentre nella provincia è di 15 euro. In pratica il senatore Astorre si attribuisce il 60% del voto sapendo che è un dato senza alcun valore congressuale”.