“La Divina Provvidenza da oggi è un presidio culturale permanente: siamo qui adesso e ci restiamo”. E’ la presa di posizione che Ferdinando Fornaro, presidente dell’associazione culturale Ibis, comunica a nome di tutte le realtà culturali presenti all’interno della ex Divina provvidenza, che non accettano il provvedimento di sgombero pubblicato sull’albo premio del comune a firma del Dirigente Benedetto Sajeva. Infinite le contestazioni delle Associazioni al Dirigente, la prima riguarda il fatto che nessuno ha visto lui o altri fare un sopralluogo all’edificio per prendere una decisione così radicale senza la minima concertazione. Non solo. Le Associazioni hanno convocato per lunedì un perito di parte, l’intento è dimostrare che la struttura non solo non ha elementi di pericolosità, ma che gli interventi delle Associazioni hanno restituito pulizia, decoro e dignità a locali abbandonati. La protesta accomuna oltre all’Associazione Ibis anche il Gruppo bandistico cittadino, gli attori Antonio Rezza e Flavia Mastrella e il laboratorio teatrale che curano da quasi 32 anni, il laboratorio di ceramica di Antonio Silvestri e Laura Gatti e gli 820 iscritti al centro anziani che in questi giorni sono in pieno caos per le conseguenze disastrose che la chiusura comporterebbe. “Siamo senza parole per questa decisione – spiega il professor Fornaro durante una breve riunione che ha preceduto una lezione del professor Silvestri – abbiamo chiesto un incontro con il Commissario che speriamo ci faccia sapere al più presto. Alla nostra associazione i locali sono stati assegnati nel 2000 e abbiamo eseguito a nostre spese continui lavori di bonifica, di manutenzione e adeguato degli impianti avvertendo sempre il Comune di quello che stavamo facendo. Lo sgombero improvviso ci ha sorpreso e non lo possiamo accettare. I locali sono sicuri e da qui a natale c’è un intenso programma di eventi. Ai cittadini di Nettuno tutti chiediamo di sostenerci in questa battaglia in difesa degli spazi culturali di questa città”.
Il professor Antonio Silvestri chiede al Comune la sospensione del provvedimento di sgombero e invita il Commissario a visionare di persona i locali ‘inagibili’. “Con un po’ di buon senso – spiega – questa situazione si può risolvere, se ci fosse stato prima si sarebbe potuto evitare tutto questo”. L’attore Antonio Rezza, in tournée in Sardegna, interviene all’incontro con una chiamata agguerritissima. “I locali sono sicuri – spiega – e questo è un provvedimento assurdo. Vorremmo parlare con il Commissario, ci ricevono in tutto il mondo e qui non riusciamo ad avviare un dialogo. In questi locali ci sono quarant’anni di prestigiosa attività culturale e di vita e giorno dopo giorno abbiamo sempre investito per la sicurezza e le migliorie. A tante cose a cui avrebbe dovuto pensare il comune abbiamo invece pensato noi, compresa la manutenzione assente da decenni. Ora il nostro impegno per questa struttura che è diventata un polo culturale è quello di mantenerla aperta e a disposizione della città. Non siamo topi d’appartamento, usurpatori ma siamo persone che fanno cultura, portano lustro e benefici, ci impegniamo per tenere aperto un edificio che altrimenti sarebbe vuoto e degradato. L’ordinanza di sgombero è un colpo basso, uno schiaffo alla cultura e non si può tollerare”. “Il rischio concreto – conclude Laura gatti non senza tristezza – è che la Divina Provvidenza faccia la fine della casa di riposo Tosi chiusa dieci anni fa e abbandonata al più completo degrado”. Oggi erano assenti i delegati della casa di riposo, che potrebbero pagare il prezzo più alto con la chiusura. senza sede per i corsi, le attività, le feste e i programmi già organizzati fino a marzo. L’amarezza è tanta, ora si attendono le soluzioni.
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