Si è tenuta nei giorni scorsi una riunione in Comune a Nettuno in cui, tra le altre cose, i Dirigenti e il Commissario prefettizio hanno valutato la possibilità di dichiarare inagibili i locali della Divina Provvidenza di Nettuno e di sgomberare tutte le realtà associative presenti al suo interno. A ‘rischiare’ lo sfratto sono il centro anziani “Franco Romani” con i suoi 900 iscritti, Antonio Rezza e Flavia Mastrella, quest’anno Leoni d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia (e che da 32 anni in quelle sale hanno il loro laboratorio e creano spettacoli apprezzati in Italia e all’estero), ma anche l’Associazione Culturale Ibis che solo lo scorso venerdì ha ospitato 200 persone alla presentazione di un libro organizzata nelle sale ex Asl,il professor Tonino Silvestri che da 35 anni ha il suo laboratorio di ceramica insieme all’Ibis, la Banda municipale della Città di Nettuno che riuscirebbe con fatica a trovare un altro posto per le prove. All’interno della Divina Provvidenza c’è anche la parrocchia Santa Barbara con le sale per il catechismo, una galleria d’arte a disposizione della città, una sala conferenze, e il centro Primavera che si occupa di persone con disabilità. Ci sembrano davvero troppe le realtà, le energie, le emozioni e le vite che rischiano di perdere uno spazio che è vitale. La Divina Provvidenza ospita oggi un fermento culturale, umano e sociale di rilievo, è un vero e proprio polo di riferimento artistico che ha l’unica pecca di non essere sufficientemente sostenuto e valorizzato, centro anziani compreso.
Le realtà Associative che hanno a disposizione i locali nella struttura, vecchia ma solida, hanno investito. Hanno bonificato le sale abbandonate dagli escrementi di piccione e dal degrado, hanno ristrutturato i muri vecchi e scrostati, soffitti a volta compresi, hanno sostituito i vetri rotti, pericolanti e pericolosi, hanno impedito che più di qualcuno decidesse di andare a dormire nei locali ex Asl, hanno dato vita al palazzo riempiendolo di idee, progetti, arte e giovani. Girando per le sale rimesse a nuovo si vede la cura con cui ogni stanza è stata curata (pulizie comprese, visto che da qualche settimana il servizio è stato sospeso). Le Associazioni hanno anche comprato gli estintori per le norme antincendio, riparato porte e maniglie e messo mano a tutte le esigenze pratiche, prese, impianti, arredi. “Vorremmo incontrare il Commissario prefettizio – ci spiegano – per fargli capire che tipo di vita e lavoro facciamo qui dentro, per fargli conoscere questa realtà. Se ci sono problemi, anche strutturali, siamo pronti a partecipare alle soluzioni, ma non andremo via di qui. Questo posto per noi è una casa da decenni. Vogliamo trovare delle soluzioni, siamo disponibili al confronto, a sostenere i costi delle migliorie necessarie, e a metterci il massimo impegno, ma non ad andare via. Dove possono andare i 900 anziani che danno vita al centro? E tutte le altre realtà? Con le loro attrezzature, i palchi, i macchinari, gli oggetti esposti e tutta la produzione culturale che fino ad oggi è stata realizzata. Da tempo ci battiamo per la cultura, portiamo impegno e lustro a questa città e a questo edificio. Vogliamo dialogare e collaborare, ma non ci faremo sfrattare”.
E il Commissario Bruno Strati, a cui abbiamo chiesto quali fossero le intenzioni dell’Amministrazione è stato come sempre chiarissimo: “Troveremo una soluzione – ha spiegato – stiamo facendo una ricognizione puntuale dei locali, predisporremo un piano di interventi complessivo ed occorre regolarizzare le assegnazioni, nell’interesse di chi utilizza i locali soprattutto. Costruiremo un percorso – ha concluso come sempre aperto al confronto e al dialogo con le realtà cittadine – insieme alle associazioni, tenendo conto di tutto”.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.