Sarà presente questa sera al Cinema Multisala Moderno ad Anzio il cast del film “Manuel” che sarà proiettato nell’ambito della rassegna “Invito al Cinema” del cineclub “La Dolce Vita“. Attesi il regista Dario Albertini, l’attore Andrea Lattanzi, l’Attrice Francesca Antonelli che incontreranno il pubblico a partire dalle 20. Il Film ha raccolto Premi ovunque in Francia ma, dopo la presentazione alla Mostra internazionale del Film di Venezia 2017, è uscito nelle Sale italiane solo il 3 maggio 2018. Il Film viene presentato in prima visione per i Cinema della zona.
La scheda del film
MANUEL è un racconto di formazione che racconta il primo impatto col mondo di un ragazzo appena uscito da una casa famiglia.
A tutt’oggi MANUEL risulta al terzo posto tra i Film che hanno ottenuto più Premi e Riconoscimenti nel corso di questa Stagione cinematografica.
È l’esordio nel film di finzione del documentaristaDario Albertini, dopo vari documentari, musica, fotografia e videoclip. Alla base del Film c’è un documentario, La repubblica dei ragazzi (2014), ambientato in una casa-famiglia di Civitavecchia, e proprio da un incontro avvenuto lì nasce lo spunto della storia raccontata nel lungometraggio.
Manuel (un intenso Andrea Lattanzi) ha compiuto 18 anni e può lasciare l’Istituto per minori privi di sostegno familiare in cui ha vissuto negli ultimi anni, dopo che la madre Veronica (una smisurata Francesca Antonelli, magnetico incrocio di fierezza capitolina e vulnerabilità, come scrive mymovies) è stata arrestata. Manuel finalmente assapora la libertà, ma ha un gusto dolceamaro. Sua madre Veronica è in carcere da cinque anni e può sperare di ottenere gli arresti domiciliari solo se lui accetta di prenderla in carico; si tratta di una responsabilità non di poco conto. Manuel si ritrova a vagare per le strade del suo quartiere, esposto alla tentazione della cocaina e tormentato dalle sue speranze e paure, mentre cerca di lasciarsi l’adolescenza alle spalle e diventare un adulto responsabile. È necessario per dimostrare di sapersi occupare della madre e darle uno spiraglio di libertà. Sarà in grado di farlo senza perdere invece la “propria” libertà? Il sentimento filiale si scontra con la consapevolezza delle scarse forze a disposizione. Manuel è consapevole della necessità di rimettere ordine in un appartamento messo sottosopra anni prima dall’irruzione dei carabinieri e, di conseguenza, nella vita di sua madre. È lui ad avere bisogno di un punto di riferimento e invece gli si chiede di diventarlo per una donna che è stata segnata dall’esperienza del carcere e che può contare solo su di lui per tornare a vivere una vita quasi normale. Eppure Manuel dice: Se dovrò farmi in 18 perché sta storia vada a finir bene, mi farò in 18 perché cè una cosa più profonda , ed è che lei è mia madre ed io sono suo figlio e sarà così per sempre. Hey ma, non è affatto strano che per raggiungerti dovrò correre di più. Ora che sono qui davanti a te, ora che siamo NOI, tremo!”…
Ci sono film che raccontano una storia. Ce ne sono altri che vivono la vicenda che si sta sviluppando sullo schermo. È il caso di MANUEL, in cui Dario Albertini trasforma l’anno e mezzo di riprese in un processo esperienziale in cui la partecipazione dell’Autore si è trasferita al giovane Andrea Lattanzi il quale appunto “vive”, non “interpreta” il ruolo di Manuel. Sul suo volto e nella sua fisicità trascorrono tutti gli slanci e le paure che possono attraversare un ragazzo che, nel momento in cui rientra nella società, accetta di prendersi cura della madre con tutto quello che ne può conseguire.
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