Sono state confermate praticamente tutte le condanne ai 15 imputati del processo Mythos, costola del processo Appia Mythos che, nel 2006, ha accertato la presenza di cosche malavitose attive anche nei comuni di Anzio e Nettuno, dedite allo spaccio di droga, al commercio illegale di armi da guerra, a rapine ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso, alle infiltrazioni negli appalti pubblici di diversi comuni nel territorio sia nella zona di Guardavalle, che sul litorale romano e, per lo spaccio in particolare ad Anzio, Nettuno e in zona San Basilio a Roma. Il Tribunale di Velletri, nella serata di oggi ha emesso condanne per poco meno di 200 anni e confermato la misura del 416 bis che tiene in piedi l’aggravante del metodo mafioso e porta a condanne più severe. La condanna più pesante, a 24 anni, è stata quella per Antonio Giannino. Dal processo Mhytos sono state stralciate tutte le imputazioni per il traffico di stupefacenti che fanno parte di un secondo processo, in corso nel tribunale di Catanzaro. In discussione quindi, solo i reati estorsivi, legati alle armi e contro la pubblica amministrazione. Nel processo (i cui dettagli forniremo nelle prossime edizioni) il Comune di Nettuno si è costituito parte civile anche per il danno di immagine legato alla presenza della mafia sul territorio. Il Tribunale ha riconosciuto all’Ente una provvisionale di 40mila euro.