Home Cronaca Taser in uso alle forze dell’ordine, l’addestramento nella Scuola di Nettuno

Taser in uso alle forze dell’ordine, l’addestramento nella Scuola di Nettuno

Partirà da domani, 5 settembre, la sperimentazione dell'uso del Taser, la cosiddetta pistola elettrica, per le forze dell'ordine nazionali italiane:

Il taser in dotazione alle forze dell'ordine

Partirà da domani, 5 settembre, la sperimentazione dell’uso del Taser, la cosiddetta pistola elettrica, per le forze dell’ordine nazionali italiane: Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri e l’addestramento è stato fatto a Nettuno. Gli agenti che avranno l’arma in dotazione hanno dovuto seguire il corso di formazione, della durata di tre giorni, a cura di formatori qualificati e abilitati dall’azienda produttrice della pistola, modello X2 – svolti proprio presso il Centro nazionale di sperimentazione di Nettuno. Le lezioni sono partite lo scorso lunedì. L’utilizzo è stato previsto inizialmente in 12 città Genova, Milano, Torino, Palermo, Reggio Emilia, Bologna, Firenze, Padova, Caserta, Napoli, Catania, Brindisi.
L’iniziativa è stata annunciata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Si tratta dell’utilizzo di pistole elettriche che possono aiutare gli agenti ad applicare una forza misurata in alcuni specifici casi. “Dal 5 settembre in 12 città inizierà la sperimentazione del taser, la pistola elettrica non letale che aiuterà migliaia di agenti a fare meglio il loro lavoro – ha scritto Salvini sul proprio profilo Fb – per troppo tempo le nostre forze dell’ordine sono state abbandonate, è nostro dovere garantire loro i migliori strumenti per poter difendere in modo adeguato il popolo italiano”. L’intenzione di dotare le forze dell’ordine del taser era emersa all’indomani dell’uccisione di Jefferson Tomalà durante un trattamento sanitario obbligatorio, sfociato in tragedia, lo scorso 10 giugno in un’abitazione di Borzoli.

Le linee guida emesse dal dipartimento della Pubblica sicurezza definiscono il taser “un’arma propria”, che sfrutta gli impulsi elettrici per inibire i movimenti del soggetto colpito. La distanza consigliabile per un tiro efficace è dai 3 ai 7 metri. Il taser “va mostrato senza esser impugnato per far desistere il soggetto dalla condotta in atto”. Se il tentativo fallisce si spara il colpo, ma occorre “considerare per quanto possibile il contesto dell’intervento e i rischi associati con la caduta della persona” dopo che è stata colpita. Bisogna inoltre tener conto della “visibile condizione di vulnerabilità” del soggetto (ad esempio una donna incinta) e fare attenzione all’ambiente circostante per il rischio di incendi, esplosioni, scosse elettriche. Da molti viene definita una “pistola non letale”, ma nello 0,25% dei casi c’è rischio di morte.

La legge che definisce la sperimentazione del taser in Italia (partirà nelle maggiori città) è del 2014. Il decreto che l’ha messa in moto è rimasto a lungo in letargo ed è stato firmato il 4 luglio scorso dall’attuale Ministro. Il taser è già usato in Francia, Inghilterra, Olanda. L’esperimento durerà tre mesi e poi se ne valuterà l’efficacia, con l’obiettivo finale di farlo diventare una dotazione fissa.

L’esempio di base per capire come potrà essere impiegata la pistola elettrica è questo: una persona in fortissimo stato di agitazione, magari sotto l’effetto di alcol e droghe, armato di un coltello, un offender che dunque rappresenta un pericolo imminente per cittadini e forze di polizia che devono provare a contenerlo. Fino a ieri, tra lo spray urticante (spesso non efficace in caso di eccessiva alterazione) e il ricorso alla pistola, non c’erano soluzioni intermedie: il taser si inserisce proprio tra quelle due possibilità; è uno ‘strumento in più di graduazione della forza’ prima di ricorrere all’arma da fuoco utilizzata solo in casi estremi.