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Il Consiglio di Stato nega la sospensiva, il Comune chiude la Sala Bro

Il Comune di Nettuno due anni fa ha imposto la chiusura della Sala Bro al Porto Marina di Nettuno. Motivo del contendere la carenza dell’articolo 45 bis. I titolari dell’attività hanno presentato ricorso al Tar, chiedendo la sospensiva, che non è stata concessa. E’ stato quindi presentato ricorso al Consiglio di Stato, che ha confermato la decisione del Tar. Oggi, all’esito della decisione, l’Amministrazione comunale di Nettuno ha disposto l’immediata chiusura dell’Attività commerciale. Ma la contesa tra le parti non finisce qui. Ora sono altre 5 le attività, senza 45 bis, che rischiano la chiusura. I titolari dell’attività, in ogni caso, non si arrendono. “Ho rispettato l’ordinanza – ci dice il titolare Danilo Moretti – tuttavia la battaglia legale va avanti. Il Tar (Tribunale amministrativa regionale) si deve ancora esprimere nel merito e se avrò ragione io, chiederò i danni al Comune e alla Marina di Nettuno. Questo modo di fare è legato al fatto che la Marina vuole decidere sia le attività che i soggetti che hanno titolo per lavorare, in danno ai proprietari dei locali che hanno acquistato e che non sono liberi di affittare a chi desiderano, per svolgere attività perfettamente lecite. La Marina chiede ai soci le spese di condominio, anche piuttosto elevate, ma non permette loro autonomia nella scelta dell’utilizzo e dell’affitto. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Area Porti – spiega Moretti – ci ha già detto che per la nostra attività il 45 bis non è necessario, le nostre attività non sono oggetto di concessione, quando tutto sarà chiarito qualcuno dovrà pagare i danni che stiamo subendo”. I titolari della Sala Bro, in mattinata, hanno presentato in Comune una richiesta formale di sospensione del provvedimento di chiusura dell’attività in autotutela e sono in attesa di una risposta.