Nei giorni scorsi Gabriele Maddonni, il padre della piccola Nicole, alla guida dell’auto che si è ribaltata più volte e che ha ucciso la bimba di appena 9 anni, è stato ascoltato dal magistrato. Maddoni elettricista di 39 anni, attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio stradale per la morte della figlia, senza patente da 9 anni (gli era stata ritirata perché era alla guida in strato di ebrezza) era su un auto di sua proprietà, senza assicurazione e senza revisione.
Tant’è che gli air bag dell’auto non si sono aperti. L’uomo, descritto come molto provato dalla morte della figlia (a causa dell’arresto non ha potuto prendere parte al funerale che si è tenuto giovedì), ha raccontato la sua versione di quello che è accaduto. Ha detto che non era ubriaco al momento dell’impatto (l’alcol test gli è stato fatto dopo 6 ore dall’incidente poiché si è allontanato dall’ospedale e, dopo tutto questo tempo, era pari a 0,69%), che a distrarlo è stato un gatto che gli ha attraversato la strada all’improvviso. Ha detto che, al momento dell’incidente andava al massimo a 80kmh, e che Nicole era davanti perché stava discutendo con la sorellina. Nessuna delle due bambine portava la cintura. Ha detto di aver tenuto una birra da 33 cl poco prima di salire in auto e che questo non lo rendeva ubriaco. Le dichiarazioni sono al vaglio della magistratura e verranno confrontante con i rilievi dei tecnici, che fin dal primo momento hanno indicato tra le cause dello scontro la velocità elevata. Resta la commozione di una città intera, sconvolta da questo incidente e dalle sue modalità. Una città che ha osservato il lutto cittadino il giorno dei funerali di Nicole e si è stretta con affetto alla famiglia.
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