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MovimentiAmo Anzio: ci auguriamo che “La Vignarola” resti senza cemento

Che vinca la Riserva Puccini, la Vignarola, il Parco pubblico. Il nostro gruppo, oggi MovimentiAmo Anzio (l’ex Movimento 5 Stelle di Anzio)

Che vinca la Riserva Puccini, la Vignarola, il Parco pubblico. Il nostro gruppo, oggi MovimentiAmo Anzio (l’ex Movimento 5 Stelle di Anzio) ha avuto sin dall’inizio un’attenzione particolare riguardo la sorte di quest’area. Coadiuvati dall’impegno costante dell’ Amico Francesco Canacari, come noi attento al rispetto delle norme ed alle leggi che regolano questi argomenti, abbiamo potuto “dire la nostra” riguardo a questa come diverse altre controversie ambientali ed urbanistiche esistenti nel nostro Comune.
L’impegno del gruppo è stato sempre quello dimostrato di ascolto delle istanze dei cittadini, con la presenza costante nelle piazze con punti di informazione, con la partecipazione alle manifestazioni, ma anche con “tavoli di lavoro” dediti allo studio ed alla pubblicazione di osservazioni sulle criticità che le decisioni delle scorse amministrazioni hanno prodotto nel nostro territorio.
Ora ci riproviamo a chiudere uno dei conti aperti nei confronti della scorsa amministrazione, la decisione in ballo sulla “Riserva Puccini”, ovvero quella di cementificare la Vignarola, l’area verde (destinata a Parco Pubblico) situata a Lavinio Mare di fronte al parco di Tor Caldara, parco del WWF inserito nella lista S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario).
L’ex amministrazione Bruschini, con la delibera di giunta N°110 del 18 Novembre 2015 approvava un piano urbanistico assistito da convenzione. Consentire la distribuzione di costruzioni alberghiere, quindi cemento, pari a circa 63.000 mq. dislocandole in quattro distinte unità su tutta l’area verde (destinata a Parco Pubblico) della Vignarola.
Questo atto è chiaramente in contrasto, come diverse osservazioni presentate hanno fatto notare, con il piano regolatore approvato in regione nel 2004 (delibera di giunta 1259 del 17/12/2004) dove veniva consentita alla proprietà la possibilità di costruire per 72.000 mq. di strutture ricettive alberghiere in solo un’area ritenuta idonea, area a ridosso dell’abitato e confinante in piccola parte con la strada Ardeatina, in cambio della cessione di circa 60 ettari al Comune di Anzio da destinare in parte a parco pubblico e parte a verde pubblico.
La nostra osservazione portata a margine del consiglio comunale del dicembre 2015 attestava che considerata la diversa articolazione esposta nella delibera di giunta, essa era riconducibile all’applicativo Art.1 bis della L.R. 36/87 e s.m.i. che al comma 1 che definisce la giunta comunale l’organo competente per l’approvazione dei piani attuativi conformi allo strumento urbanistico anche quando contengono le modifiche di cui al comma 2 ecc. ecc. ovvero per variazioni di modesta entità tali da non costituire variante di tipo essenziale in ragione di sopravvenute cause ed oggettivi impedimenti interferenziali con la realizzazione del piano programmato.
Preso atto degli allegati progettuali, non confrontabili con una specifica “scheda norma” di riferimento, l’edificabilità pari mq. 63.065 risulta articolata in 4 insediamenti alberghieri funzionalmente distinti e separati, di cui solo uno ubicato nell’area “idonea” mentre gli altri tre sono dislocati nelle zone destinate a parco Pubblico” e a verde pubblico, risultando completamente modificata l’area di piano regolatore da destinare a struttura ricettiva e quella alla destinazione di verde pubblico e parco pubblico; fermo restando che tale progettualità si configura come una dislocazione frazionata, quindi non unitaria, che è in netto contrasto alle previsioni di piano regolatore ed anche alle disposizioni di legge, in quanto non previsto.
In quel contesto proponemmo una mozione che chiedeva l’annullamento in autotutela di quella delibera di giunta. In essa si chiedeva si prendesse in considerazione una diversa decisione, optando per una soluzione maggiormente condivisa e compatibile anche a tutela degli interessi pubblici coinvolti, per un uso più sostenibile del territorio e per il contrasto del consumo di suolo, per un maggior contenimento d’impatto ambientale e visivo e per la salvaguardia di un’area di pregio paesaggistico antistante Tor Caldara… Quella mozione in quel consiglio come potete immaginare non trovò nessun consigliere comunale e rappresentante dei cittadini – ad eccezione del movimento 5 stelle – interessato.
Chiaramente le diverse posizioni degli attori che hanno preso parte a questa contesa non hanno fatto altro che accrescere la refrattarietà dell’amministrazione Bruschini all’ascolto, tanto che c’è chi ha fatto ricorso al Tar. La questione è approdata ormai in conferenza dei servizi in regione Lazio, quindi ci ha permesso di portare avanti un’ altra nostra osservazione, che poi è la prosecuzione naturale di quella presentata nel consiglio comunale. Essa è stata integrata con un secondo punto, che consideriamo forse più incisivo di quanto già esposto.
Considerando che l’area di intervento P.U.A. è adiacente alla Riserva Naturale Regionale dal 1988 denominata Tor Caldara,  zona di protezione speciale della rete Natura 2000, sito S.I.C. dal 2005, con la presenza di diverse tipologie animali sia stanziali che migratori, si configura nel contesto come un’unica “area di continuità territoriale”.
Visto il D.P.R. 120 del 2003 già D.P.R. 357/93 per gli interventi seppur localizzati all’esterno di un SIC nel contesto territoriale prossimo o di continuità che potenzialmente interferiscono e condizionano l’equilibrio dell’habitat e della specie sui siti della rete Natura 2000.
Quindi riteniamo opportuno (ai sensi dell’art. 6, comma 3 del citato D.P.R. 120/03) che i proponenti dell’intervento P.U.A. “Parco Puccini” debbano attivare il procedimento e presentare la V.INC.A., la valutazione di incidenza ambientale come atto presupposto necessario al rilascio delle successive autorizzazioni o nulla osta di competenza.
Abbiamo ricevuto da chi è del mestiere non poche attestazioni di stima e convergenza sulle argomentazioni presentate e per tutto l’impegno che il gruppo ha messo in campo. Nonostante questo non si è ancora messo fine a questa storia .
Ci auguriamo che “La Vignarola” resti senza cemento e che si cementifichi solo dove è stato autorizzato, nel rispetto dei cittadini e del “nostro” parco pubblico che deve sorgere nell’area designata nel piano regolatore.
MovimentiAmo Anzio
Rocco Chiriacò