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Odissea al Comune di Anzio, tre ore di fila e denunce per ritirare un certificato

E' una cittadina di Anzio a raccontare l'odissea vissuta questa mattina al Comune di Anzio per ritirare un semplice certificato.

Il comune di Anzio

E’ una cittadina di Anzio a raccontare l’odissea vissuta questa mattina al Comune di Anzio per ritirare un semplice certificato.

“Quello che voglio segnalare – scrive dura e senza mezzi termini – è la situazione di TOTALE INEFFICIENZA e INCOMPETENZA del comune di Anzio, tutto. Ecco la lettera che ho dovuto mandato alla segreteria del Sindaco dopo una mattinata infernale:
In data odierna mi reco all’ufficio civile per ritirare le pubblicazioni di matrimonio, un semplice foglio che devono solo stampare. Alle 8.30 ritiro il numero C16. Per tutta la mattinata il numero dello sportello non scorre. Dopo 2 ore chiedo spiegazioni all’entrata del comune e mi dicono di parlare con la responsabile Dell ufficio civile, la signora Patrizia che, poverina, si ritrova da sola a dover svolgere tutte le pratiche dello sportello.
Vado ai piani superiori dove mi dicono che la situazione è così da oltre un anno. Il mio numero ancora non si smuove. La gente si sta alterando, chiamo i carabinieri sotto consiglio di un vostro dipendente comunale, i quali mi rispondono “e io che faccio mando avanti i numeri?”. Insisto e mi passano la polizia locale che si presenta quasi subito. Faccio notare il problema, ascoltano anche la responsabile dell ufficio civile e mi dicono che nemmeno loro possono farci nulla e che devo andare dalla segretaria del sindaco o dal sindaco stesso. Dopo aver insistito per più di 20 minuti con loro per fare una segnalazione (tra l’altro mio diritto) riesco finalmente a farla, il che la cosa è già assurda di suo. Nel frattempo magicamente, forse perché qualcuno ha capito che sarei andata fino in fondo alla questione, magicamente i numeri scorrono fino ad arrivare al mio. Mi stampano il foglio in 1 minuto e finalmente alle 11.30 posso uscire dal comune. Ma come mi avevano consigliato, dal Sindaco mi ci reco subito e anche lì il servizio non è pessimo, di più. Il ragazzo all entrata mi dice che non c’è nessuno con cui parlare, ne segretaria, ne sindaco, ne assessori, ne portavoci. Busso al primo ufficio per trovare qualcuno con cui denunciare il fatto e il ragazzo mi dice che rischio una denuncia e addirittura dopo una chiamata che fa dalla sua postazione a non si sa chi, mi dice che c’è un esposto aperto nei miei confronti che sa tanto di intimidazione. Resto all entrata chiedendo per l ennesima volta di poter parlare con qualcuno e casualmente arriva il capo delle polizia locale, con il quale finalmente posso interloquire ed esporre la situazione di totale inefficienza del comune di Anzio. Ora: dopo aver perso una mattinata al Comune di Anzio, dopo aver segnalato la questione per bene tre volte, dopo essermi recata ovunque per denunciare, dopo che l’inefficienza di quegli uffici va avanti da anni, dopo che anziani sono costretti ad aspettare ore seduti sugli scalini del comune, dopo che mamme con neonati devono attendere ore sotto al sole all entrata, non sarebbe il caso di prendere SERI provvedimenti e smetterla di inventare storie, sia per i diritti dei vostri cittadini e soprattutto per il diritto dei vostri dipendenti di lavorare dignitosamente? Non sarebbe ora di far lavorare chi ne ha voglia? Non sarebbe il caso di assumere personale per colmare le immense mancanze di addetti comunali e polizia locale? Non sarebbe il caso di iniziare a pensare davvero al benessere della nostra città?”. Infine un appello la cittadina di Anzio lo rivolge ai suoi concittadini. “Aggiungo un altra cosa su questa pagina: stamattina c’erano almeno 50 persone che si lamentavano. Ho chiamato la Polizia locale, invitando tutti quanti a segnalare direttamente a loro la situazione come stavo facendo io. Una sola signora ha segnalato lo stato in cui eravamo tutti. Se volete aiutare veramente il nostro paese che sta andando alla deriva, non abbaiate solo. Non mettete sempre la testa sotto la sabbia. Tirate fuori gli attributi per i vostri diritti e per quelli dei vostri figli, altrimenti resterete solo un gregge di pecore da rinchiudere da un recinto ad un altro in base al comune di turno!”.