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Sul corriere.it il racconto sulle “perle un po’ opache” di Anzio e Nettuno

E' un articolo impietoso quello pubblicato sul corriere.it relativo al Litorale di Roma, dedicato in particolare ai nostri due comuni

E’ un articolo impietoso quello pubblicato sul corriere.it relativo al Litorale di Roma, dedicato in particolare ai nostri due comuni e dal titolo “Anzio e Nettuno, perle un po’ opache, Spiagge transennate e sporcizia“.

“Le palme al centro di via della Fanciulla di Anzio sono rinsecchite. Il sito archeologico lungo il mare è inaccessibile. E sul lato opposto le pareti della vecchia caserma sono scrostate. Agli occhi di chi arriva dalla litoranea, si presenta così l’ex perla della costa tirrenica appena a sud di Roma, località di villeggiatura che la natura e la storia hanno dotato di un patrimonio straordinario abbandonato a se stesso.

Eppure, scendendo lungo la spiaggia che costeggia il Faro di Anzio, il colpo d’occhio è straordinario. Si accede a una piccola caletta racchiusa da una scogliera alta una decina di metri a ridosso dei resti della Villa di Nerone. In paesi con maggiore vocazione turistica un luogo così incantevole sarebbe valorizzato e meta di visitatori da tutto il mondo. Qui, invece, è solo una grande occasione sprecata. Una parte della spiaggia, quella a ridosso della scogliera, è transennata con divieto di accesso: le pareti di roccia franano e dal 2010 (cioè da otto anni) si discute su come mettere in sicurezza l’area, che nel frattempo resta chiusa. Il sito archeologico potrebbe essere uno straordinario viale di ingresso alla spiaggia fra i resti dell’antico porto, delle terme e della villa romana, un po’ come accade a Itanos, sull’isola greca di Creta. E invece fra rimpalli di competenze fra sovrintendenze, uffici tecnici e enti vari, l’area è off limits. E – come se non bastasse – l’inciviltà dei visitatori mortifica ulteriormente la bellezza del posto: spostandosi verso nord, le grotte sono invase dai rifiuti e la deliziosa spiaggetta alle spalle del promontorio, raggiungibile solo a piedi fra gli scogli o via mare, è una piccola discarica.

Anzio ha vissuto il periodo d’oro fra gli anni Settanta e Ottanta. Ancora adesso il porto e la parte più antica della cittadina di origine romana mantengono il loro fascino. Tutto intorno però è lo sfacelo. L’urbanizzazione selvaggia dell’area circostante ha trasformato ettari di campagna in una lunghissima sequenza di capannoni industriali (molti dei quali abbandonati) e costruzioni disordinate cresciute senza un criterio e senza rispondere alle norme elementari dell’urbanistica moderna, come un’immensa degradata periferia. E entrando nel centro abitato sembra quasi di passeggiare per Roma: le due grandi emergenze – indicate del resto da tutti i candidati alle ultime amministrative – sono infatti i rifiuti e le buche stradali, oltre alla sicurezza messa a rischio dalla microcriminalità sempre più diffusa e dalle infiltrazioni della camorra. E qui, con il cerino in mano non c’è Virginia Raggi, ma Candido De Angelis, eletto con il centrodestra: «Dobbiamo far crescere il turismo e l’economia in modo da dare più lavoro ai giovani e alle famiglie. Far tornare la cultura nella nostra città e dare ai nostri figli un luogo vivo e vivibile dove crescere senza pensieri».

Qualche piccolo segnale era arrivato già nei mesi scorsi: la cittadinanza onoraria a Roger Waters, dei Pink Floyd (figlio di un militare britannico morto nello sbarco di Anzio), è una delle iniziative lanciate dalla precedente amministrazione per rivitalizzare l’asfittico ambiente culturale cittadino. E i lavori sull’Ardeatina sono un primo passo per migliorare le infrastrutture. Gocce nel mare dei problemi. E intanto i valori delle case, come si ricava incrociando le elaborazioni del Borsino Immobiliare con quelle degli operatori privati, sono crollati di oltre il 20% in cinque anni, con l’unica eccezione delle residenze di pregio. Il risvolto positivo è che gli affitti estivi sono meno cari: ormai si trovano case e ville familiari anche a partire da 1200 euro al mese, prezzo impensabile fino a poco tempo fa.

Ancora peggio si presenta la «gemella diversa», è cioè la confinante Nettuno, che vive gli stessi problemi di Anzio, ma soffre anche per l’inquinamento di diversi lidi del territorio, soprattutto quelli più vicini al porto, con alcuni tratti contrassegnati dal divieto di balneazione. A differenza di Anzio, dove sembra prevalere il turismo «familiare», Nettuno appare più modaiola: dalle spiagge ai campi da golf, dagli attracchi per gli yacht extralusso, girando per le strade e per gli stabilimenti balneari l’impressione è di muoversi in una località più trendy e la movida notturna – raccontano i frequentatori abituali – è abbastanza vivace, «anche se le iniziative culturali sono ridotte al minimo».

Oltre alle difficoltà stratificate nel tempo, Nettuno si è trovata a fronteggiare una nuova emergenza proprio alla vigilia dell’estate, quando la giunta pentastellata guidata da Angelo Casto è caduta dopo la sfiducia di 13 consiglieri. E se la politica non sembra offrire almeno nel breve periodo ricette per la ripresa, c’è comunque ancora spazio per la speranza, nel senso religioso del termine: crisi o non crisi, una delle mete turistiche più visitate resta il Santuario di Santa Maria Goretti, martire della Chiesa cattolica morta nel 1902 proprio a Nettuno.