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Rapporto Caritas, Brignone: “C’è ripresa ma aumentano i poveri ad Anzio e Nettuno”

Venerdì una delegazione di Alternativa per Anzio è stata alla presentazione del rapporto sul territorio della Caritas di Albano, che comprende anche i comuni di Anzio

Venerdì una delegazione di Alternativa per Anzio è stata alla presentazione del rapporto sul territorio della Caritas di Albano, che comprende anche i comuni di Anzio e Nettuno, relativo al triennio 2014-2017.

“In questi giorni sono stato un po’ malato e un po’ impegnato – spiega Luca Brignone, eletto in consiglio comunale ad Anzio – ma dal rapporto emergono alcuni dati interessanti che meritano attenzione, e quindi, anche se con un po’ di ritardo, eccoli con le relative riflessioni annesse: “Nel triennio il quadro economico ha presentato segni di lenta ma progressiva ripresa che si è riflessa in una evidente crescita dell’occupazione”. Eppure “questi segnali di ripresa non hanno inciso positivamente sulla tuttora seria consistenza delle aree di povertà presenti nel nostro territorio (3,7% di persone a rischio povertà; 10.6% in povertà relativa; 4,1% in povertà assoluta)”.
Ovvero, nonostante la crescita economica, aumenta la povertà: servono strumenti di redistribuzione.

“Nei centri di ascolto si è registrata una netta prevalenza di assistiti donne. Oltre il 60%”.
C’è un una questione di genere che non va sottovalutata.
“L’affluenza per paese d’origine ai centri di ascolto registra circa il 45% di stranieri (prevalentemente est europei)”.
Dato coerente con la teoria del modello locale e adattivo di integrazione in Italia, ovvero privo di una regia statale e demandato alla realtà del volontariato e del terzo settore: oltre a fare i confronti con gli altri Stati su chi accoglie più o meno migranti, sarebbe utile farli anche su chi mette in campo politiche di integrazione, quali sono e che risultati danno.
“Se da un lato i centri di osservazione sottolineano un chiara tendenza alla ripresa dell’occupazione (vedi sopra), non mancano ancora di segnalare la permanenza di sacche di disoccupazione soprattutto nel campo della domanda di lavoro giovanile”.
C’è una questione generazionale urgente da affrontare.