Torniamo a parlare con l’ex Vicesindaco a 5 stelle di Nettuno Daniele Mancini sulla questione del cimitero comunale. Dopo l’acquisizione, avvenuta nei giorni scorsi, di una serie di documenti in Comune da parte degli investigatori del Commissariato di Polizia, diverse sono le questioni da chiarire, sia sulla gestione amministrativa che sulle nuove costruzioni. In generale sembra che l”affare’ Cimitero, sia tra le questioni che più hanno minato l’Amministrazione Casto, tragicamente sfiduciata da parte dei suoi consiglieri, che non è riuscita a sopravvivere un mese dalle dimissioni di Mancini e di altri quattro assessori (Guido Fiorillo, Simona Sanetti, Stefano Pompozzi e Nanda Salvatori).
Le indagini sul Cimitero, è bene specificarlo, riguardano due filoni: la parte strutturale e la parte gestionale. Quale situazione vi siete trovati davanti – chiediamo a Daniele Mancini – quando siete stati eletti?
“Quando siamo stati eletti – ci spiega l’ex Vicesindaco – abbiamo preso in mano una situazione ‘non gestita’ sia per i criteri dell’economicità che dell’interesse pubblico. Negli anni passati, prima dell’arrivo dei 5 stelle, non sono mai state fatte quelle operazioni e quella conduzione del patrimonio comunale che avrebbero permesso risparmi concreti per i cittadini. Si avvantaggiava il privato a discapito delle persone. In un cimitero di 14mila posti circa – spiega – non esisteva un archivio unico, tra l’altro con i documenti frammentati e sparsi in diversi siti, solo alcuni posti erano inseriti nell’archivio informatico, e questo stato dei fatti non permetteva di capire la situazione e lo stato dei luoghi. Le amministrazioni precedenti e i dirigenti di settore che seguono le linee politiche, praticamente non essendoci un censimento generale (da me chiesto e attuato in quattro mesi, da una società di servizi per i comuni di Lega Autonomie), lasciavano la situazione al totale abbandono. Quando ho preso conscienza della situazione gestionale, ho compreso la diretta ricaduta sulle materie sanitarie e sulle costruzioni. Avviato il censimento ho cercato con i colleghi di giunta, di razionalizzare tutti gli spazi. Abbiamo recuperato 28 tombe a terra abbandonate da tempo, con le concessioni scadute da anni. Sono state messe ad asta pubblica e con il ricavato abbiamo potuto portare avanti diversi interventi nel sito. Ho creato un capitolo di spesa per le entrate cimiteriali, da 1900 siamo passati a 170mila in un solo anno”.
Eppure c’è chi si lamentava della manutenzione assente, dei corrimano arrugginiti…
“Dopo un sopralluogo anche io mi sono molto innervosito, da dicembre ho messo i fondi a disposizione dell’Ufficio tecnico, per interventi di manutenzione straordinaria urgente, per sostituire i corrimano e ripristinare le condizioni minime di sicurezza. Quei soldi non sono ancora stati spesi nonostante le mie insistenze”.
A cosa mirava con il censimento?
“Mettendo a regime le concessioni avremmo invertito il Trend. Più incassi e meno spese per il Comune. L’obiettivo era abbassare i costi degli spazi in vendita a beneficio dei cittadini, alcuni erano già di proprietà del comune e questo permetteva di aumentare le entrate correnti senza nuove spese e investimenti. Abbiamo preso possesso di loculi che necessitavano di manutenzione e per questo i prezzi potevano essere contenuti. Oggi il censimento è terminato – spiega – anche se io non ho fatto in tempo a vederlo – e ho istituito una squadra di persone che ha lavorato per avere a disposizione i dati su Ipersic, il programma gestionale del comune che permette di avere la situazione sotto controllo su spazi e disponibilità. La mancata gestione del buon padre di famiglia, dal lampadario che si fulmina alle ringhiere, è stata pagata da tutti a caro prezzo”.
Rispetto a questo stato dei fatti si sta indagando?
“Prima di andare via – spiega ancora Mancini – ho preparato una Relazione da inviare alla Corte dei conti, per individuare il responsabile dei mancati introiti del Comune. Oggi è possibile avere finalmente una situazione di prezzi e spazi disponibili trasparente e interattiva. Negli anni passati non solo questi posti non sono stati recuperati, non solo sono mancati introiti per il Comune grazie alle concessioni scadute e mai rinnovate, ma la carenza strutturale e permanente di posti ha obbligato l’Ente a programmare ampliamenti sempre con carattere di urgenza nel corso degli anni, con Bandi affrettati e di corsa. Mentre terminava un ampliamento si stava già ampliando di nuovo per omessi controlli, su terreni soggetti a speculazione edilizia. Il cittadino – spiega ancora Mancini – essendo il cimitero anche un bene storico, poteva trarre vantaggio anche da una gestione pubblica di realizzazioni. Nel nuovo corso avevo anche previsto un rimborso in caso di rinuncia, se le convenzioni a 30 anni venivano usate per venti si poteva avere il rimborso. L’accellerazione sugli ampliamenti, almeno sette, ha avuto costi elevatissimi, da 800 mila euro l’uno. Tanti soldi, per alcune migliaia di posti (il censimento non è in mio possesso), di fronte a diversi milioni di euro di mancate entrate. Niente rinnovo di concessione e niente valutazione delle restituzioni, c’è chi ha pagato per vent’anni e li ha tenuti per 60 senza mai pagare differenze, senza liberare i posti e si costruiva senza sapere se fosse davvero necessario”.
Di recente avevate sbloccato i lavori dell’ultimo lotto…
“Era prevista nel Piano triennale delle opere pubbliche l’estensione del lotto numero sette, poi bloccata per la sentenza del Tar. Ad opera della Morolense. Io ho comunicato al segretario la sentenza del Tar, ovviamente gli uffici recepirono il dato ed è stato bloccato il lavoro. Poi è stato chiesto un parere legale, per riavviare i lavori, che sono ripartiti grazie alla surroga del dirigente, per 24 ore. E’ stata fatta la revoca dell’annullamento in autotutela precedente”.
Su questa revoca – chiediamo – la polizia sta indagando e lei è stato ascoltato in Commissariato…
“Sono stato sentito come persona informata sui fatti – risponde Mancini – ma non intendo discutere dei dettagli della conversazione con la polizia”.
Cosa ha fatto prima delle dimissioni e che problemi non sono ancora stati risolti?
“Ho posto le basi per una completa riorganizzazione – spiega – ma vedo tre grosse falle gestionali che non possono passare sotto silenzio, il patrimonio non è stato gestivo come doveva, degrado ovunque e nessuna entrata corrente da riutilizzare per il decoro e la sicurezza. Il grande business di tutti gli ampliamenti e la consumazione di suolo, per poi programmare un altro grand project financing con la costruzione del nuovo cimitero, opera da 30 milioni di euro, primo lotto da 7 milioni inserito per il piano triennale nel 2018. L’Area tecnica del Comune da gennaio sollecitava gli uffici per avviare la procedura di esproprio per la realizzazione dell’ampliamento del cimitero, con dei terreni già individuati, invocando motivi sanitari, senza amai fare verifiche effettive sullo stato dei fatti. Il nuovo Cimitero è un’opera comunque necessaria, ma si poteva ragionare su tempi e modalità tutte diverse. Un conto l’emergenza e un conto individuare con l’aiuto dei cittadini zone, esigenze ed emergenze. Io pensavo ad un campo cimiteriale, come il Cimitero Usa, con concessioni brevi e meno costose, si poteva studiare anziché ripetere le costruzioni di cemento che ci sono ora”.
Appena la battaglia sul Cimitero si è fatta dura e circostanziata – chiediamo – la frattura interna alla maggioranza è diventata insanabile e in 24 ore si è arrivati alle dimissioni.
“C’era frizione anche con gli uffici. Ho contestato l’assegnazioni di due incarichi diritti per il settore scuola, per un importo di circa 65mila euro – uno dei quali è stato bloccato – al figlio di un funzionario del comune di Nettuno. La questione è stata segnalata dal presidente del consiglio comunale Giuseppe Nigro anche al gruppo dei consiglieri grillini che non ha battuto ciglio né chiesto approfondimenti, ma che trovava insopportabile le candidature di Fiorillo, Pompozzi e la mia eventuale nomina in Regione. Per loro andava bene e anche per il Sindaco Casto. Sulla vicenda ho inviato una nota anche al Segretario comunale per chiedere un parere di legittimità. Mi ha detto che non c’era illecito. Io gli ho ribattuto che non tutto ciò che è lecito è anche morale, certamente a mio avviso questo fatto era lontano dalla morale dei 5 stelle. Sul Cimitero ho quindi chiesto una riunione di giunta tramite chat, dopo un sopralluogo nella struttura con la Polizia locale, riunione che il Sindaco ha bloccato direttamente, dicendo agli assessori che se fossero venuti sarebbero stati cacciati. Meno di 24 ore dopo abbiamo tutti presentato le dimissioni”.
Ora la parola passa a Commissariato e Procura, chiamati a fare luce sulle tante ombre della gestione del Cimitero che, a tutti i livelli, è ancora molto lontana dalle aspettative dei cittadini.
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