Dopo un pomeriggio mesto, passato nel Palazzo comunale, ieri sera una buona parte dei consiglieri uscenti del Movimento 5 stelle di Nettuno, si è riunita a casa dell’ex Sindaco Angelo Casto per fare il punto della situazione sulla fine di un’esperienza amministrativa che si è rivelata brevissima.
Casto ha saputo della sfiducia dei quattro mentre era a Roma, al lavoro, da una telefonata partita dagli uffici del Comune. Quindi è arrivato a Nettuno alle 15 circa. Con lui gli ex assessori Stefano Cataldo e Daniela Vaccaro. Poi alla chetichella sono arrivati quasi tutti i consiglieri che per l’intero pomeriggio hanno stazionato in prossimità della stanza dell’ex Primo cittadino. Uno stato di generale amarezza tra i consiglieri, che non nascondo la rabbia per la fine dell’Amministrazione. “E così dopo essersi sottratti al confronto politico nelle sedi opportune, dopo aver sbandierato l’alta moralità, etica e traspartenza trincerandosi dietro i principi del Movimento 5stelle come se avessero il primato, sono stati espulsi per comportamento inqualificabile che nulla aveva a che fare con il movimento. Vorrà pur dire qualcosa? Ora le spiegazioni le dovranno dare ai cittadini. Ai cittadini non potranno sottrarsi, perché su di loro peserà la responsabilità di avera infranto il progetto politico portato avanti dal Movimento 5stelle a Nettuno. Su di loro peserà l’aver annientato la fiducia che i cittadini avevano riposto per un futuro migliore”. Queste le parole del consigliere Buonamano sulla sua pagina Fb. “Se si teme per la propria immagine ci si dimette e basta senza organizzarsi con altri. Far cadere un Sindaco vuol dire ben altro”. Scrive Claudio Monti che rincara rivolto ai quattro. “Avete cercato Avete cercato visibilità sulla giornaletti locali, l’avete trovata in tutta Italia. Con ignominia”. in riferimento al deferimento ai probiviri. Monti, su cui pende ancora una richiesta di espulsione dal Movimento avviata dal Sindaco Casto, scorda i suoi di trascorsi sulla stampa locale, legati anche alla cacciata dal gruppo consiliare, alla lettera di scuse e al perdono mediatico. “Difficilmente i nettunesi che hanno votato M5S dimenticheranno coloro hanno permesso un altro commissariamento”, scrive Eleonora Trulli. “La parola ‘fine’ scritta da quanti con noi hanno condiviso prima il sogno e poi il progetto politico fa male: non solo alle nostre storie politiche, di più alle nostre storie umane perché sentiamo forte che qualcosa è stato rotto. E l’amarezza è che qualcuno ha scelto di rompere la fiducia personale e l’alleanza politica fuori dal luogo adibito a questo: fuori da un tavolo di confronto, fuori dalle sedi istituzionali preposte al dibattito e al governo, alla fiducia o alla sfiducia. La politica ha i suoi strumenti e i suoi spazi. Quel che è accaduto è invece stato fuori da questi spazi e quindi fuori dalla logica politica… E allora non possiamo non chiederci dentro quale altra logica abbiano agito determinando lo scenario che oggi ha preso forma. Nettuno ora viene consegnata a un commissariamento che non merita.
Quando solo poche settimane fa gli Assessori della prima giunta Casto hanno posto sul piatto la frase “O tutti o nessuno” stavano di fatto sottraendo democrazia a questa Città e non certo a noi o ad Angelo Casto ed è questa operazione irricevibile che Angelo Casto e noi non abbiamo accettato: in modo convinto. Abbiamo allora dovuto intuire – e poi capire con sempre maggiore evidenza – che c’era in gioco qualcosa di più della voglia di proseguire il percorso avviato o di sentire il proprio sogno infranto.
Via via i contenuti agitati e i toni urlati non ci hanno consentito più il confronto perché non abbiamo voluto seguire nessuno – né gli ex Assessori né i Consiglieri che si sono chiamati fuori dall’attività amministrativa – nelle loro dinamiche, non abbiamo accettato il gioco al rialzo né inseguire continue smentite. A partire dalla mancanza delle risposte che i nostri ex colleghi invocano fra i motivi della loro sfiducia: quelle risposte e il confronto sono stati cercati nei canali opportuni, nei modi opportuni ma su questo piano di correttezza non siamo stati seguiti.
Abbiamo scelto di vivere il ruolo che i cittadini ci hanno affidato con senso di responsabilità e con impegno quotidiano attraversando questi due anni di esperienza amministrativa con lealtà e rispetto: del mandato e delle persone. Non tutti hanno scelto lo stesso stile. La domanda resta: perché? Per chi? …Cui prodest?”. Queste le parole di MAURO RIZZO, SARA BONAMANO, DONATO GALLINA, GIANLUCA LATINI, ROBERTO LUCCI, CLAUDIO MONTI, CHIARA PITTONI, LAURA PIZZOTTI, KATIA RICCI, DIEGO TORTIS, ELEONORA TRULLI. Poi c’è chi come Gianluca Latini, parla di “Bugie con le gambe corte e di 30 denari”. Nessuno dei dieci consiglieri sfiduciati dai quattro insieme al Sindaco prende in considerazione neanche per un secondo di essere parte in causa nella fine di questa esperienza Amministrativa, di avere una corresponsabilità con i quattro da cui sono stati sfiduciati.