di Davide Bartolotta
Una escalation quella della crisi che ha travolto il Movimento 5 Stelle di Nettuno che questa mattina ha visto il suo culmine con la sfiducia del sindaco Angelo Casto che passerà alla storia come il primo cittadino eletto con il mandato più breve della storia della città di Nettuno. Da quando, infatti, è cambiata la legge per le elezioni amministrative nessun sindaco eletto direttamente dal popolo è durato meno del sindaco del Movimento 5 stelle. Il primo sindaco eletto direttamente fu Carlo Conte nel 1995 che sfiorò i tre anni al suo primo mandato che è stato fino ad oggi quello più breve. Casto, invece, al suo primo mandato ha governato per appena 23 mesi.
Questa è la data di inizio della crisi nel movimento 5 Stelle. E’ la data del consiglio sul bilancio con la maggioranza che in aula ha i numeri contati. E’ il giorno in cui il consigliere grillino Claudio Monti abbandona l’aula al momento del voto, con il consigliere di opposizione Claudio Dell’Uomo che tiene il numero legale ed evidenzia per la prima volta le frizioni all’interno del gruppo consiliare del movimento 5 stelle apparso fino a quel momento granitico. E’ anche il giorno in cui dieci consiglieri di maggioranza presentano al sindaco Casto il documento in cui si chiede la testa degli assessori Pompozzi, Fiorillo e del Vicesindaco Daniele Mancini, documento dal quale nasce ufficialmente la crisi.
Arriva la prima frattura ufficiale del gruppo di maggioranza. Cinque consiglieri, tra cui i quattro che oggi hanno firmato le dimissioni, pubblicano un documento in cui prendono le distante dai dieci consiglieri che il giorno prima avevano consegnato il documento di sfiducia alla giunta. “Qualora esistesse un documento consegnato nelle mani del Sindaco Casto – scrivevano Mauro Rizzo (poi passato dalla parte dei dieci), Daniela De Luca, Simonetta Petroni, Giuseppe Nigro e Marco Montani – come consiglieri del M5s non ne riconosciamo alcuna validità politica e giuridica né nei presupposti né nel merito poiché non condiviso con tutto il gruppo consiliare di maggioranza, ma redatto in riunioni segrete che esulano dai principi di trasparenza e onestà intellettuale propri del M5s”.
Alla luce del documento e alle dichiarazione di Dell’Uomo in consiglio comunale che ha annunciato il fatto che alcuni componenti di maggioranza “passavano” notizie all’opposizione per mettere in difficoltà la giunta, cinque assessori su sei rimettono nelle mani del sindaco le deleghe. Passano pochi minuti e il sindaco Casto risponde con un comunicato che spacca ulteriormente il Movimento cinque stelle nettunese “Accetto le dimissioni degli assessori“, dichiara anche se di dimissioni non si trattava.
Viene chiesta l‘espulsione dei dieci consiglieri che hanno chiesto la testa dei tre assessori, a cui poi si sono aggiunti anche altri due che hanno rimesso le deleghe. Si allarga la frattura all’interno del gruppo consigliare. Un dossier viene inviato alla referente del movimento 5 stelle Valentina Corrado che arriva a Nettuno per scongiurare che la crisi degeneri e per serrare le fila del gruppo grillino.
Gli assessori Simona Sanetti, Nanda Salvatori, Guido Fiorillo, Stefano Pompozzi e il vicesindaco Daniele Mancini rassegnano ufficialmente le proprie dimissioni. Il comune di Nettuno è ufficialmente senza giunta, resta solo l’assessore al bilancio Filomena Paciello. La frattura con la giunta comunale è completa, ma il gruppo consiliare sembra ancora abbastanza compatto dopo l’intervento della Corrado in un acceso vertice a casa del sindaco Casto. In realtà iniziano a montare insanabili malumori. Il sindaco Angelo Casto chiede immediatamente la convocazione di un consiglio comunale. Sarà il primo banco di prova per la maggiorana grillina dopo le dimissioni degli assessori.
Il documento dei dieci consiglieri, di cui sindaco e consiglieri hanno a lungo negato l’esistenza, con cui si chiedeva la testa degli assessori Fiorillo, Pompozzi e Mancini (ottenendo le dimissioni anche di Sanetti e Salvatori) finisce sulla stampa. Parte la caccia alla talpa all’interno dei Cinque Stelle.
I dieci consiglieri che hanno firmato il documento contro gli assessori Fiorillo, Pompozzi e Mancini si compattano e iniziano a riunirsi per dettare la linea amministrative. Ogni decisione di Casto dovrà passare a maggioranza. Un documento che imbarazza il Movimento 5 Stelle e che la stessa Corrado bolla come illecito.
La crisi all’interno del Movimento 5 Stelle di Nettuno si fa sempre più profonda. Una situazione difficile da gestire, tanto che trapelano indiscrezioni che il sindaco Casto stia pensando ad un “exit strategy” per giugno, giusto il tempo di far concludere le elezioni di Anzio. Il sindaco Casto, però, nega e rilancia: “Resto fino al 2021 e mi ricandido“.
Arrivano le prime due nomine di nuovi assessori. Si tratta di Daniela Vaccaro e Stefano Cataldo. Soprattutto la nomina di quest’ultimo, con delega speciale ed esclusiva alla Polizia Locale, inasprisce le divergenze tra il gruppo consigliare.
Rompe il silenzio l’ex vicesindaco Daniele Mancini che spiega dal suo punto di vista la crisi politica della maggioranza Cinque Stelle, ricostruendo la storia di quanto accaduto fino a quel momento, ribadendo che tutte le contestazioni mosse agli assessori di cui si chiedeva la testa erano state concordate con il Primo cittadino.
Il sindaco Angelo Casto prova a ricompattare la sua maggioranza, sempre più divisa. Si tratta del primo incontro dopo una settimana di silenzio, per alcuni, e di confronto con altri. La riunione è iniziata alle 18 circa ed è terminata poco dopo le 20 ed è stata l’occasione di fare il punto dopo la traumatica fine della prima giunta e le due nomine della seconda. In un clima di rinnovata distensione tra le parti si è discusso delle prossime mete dell’Amministrazione, della convocazione del consiglio comunale, che il Sindaco punta a fissare il prima possibile per mostrare anche ai cittadini che la maggioranza del consiglio comunale è unita e forte.
Il sindaco Angelo Casto rompe in via definitiva con il consigliere Monti di cui aveva chiesto l’espulsione dal Movimento 5 Stelle la sera del mancato voto sul bilancio. Da lui arriva un altro atto di forza: la revoca di Monti da tutte le commissioni consiliari. E l’ultimatum al suo gruppo consiliare: O io o lui.
Arriva la convocazione del consiglio comunale chiesto direttamente dal sindaco Angelo Casto, la data è quella del 10 aprile. In questa occasione il sindaco potrà verificare se la compattezza della sua maggioranza è solida, oppure no. Intanto continuano a emergere particolari e retroscena che hanno portato allo scioglimento della giunta. Protagonisti gli stessi assessori dimissionari che dialogano con i cittadini sui social.
Il gruppo di maggioranza Cinque Stelle ritrova compattezza sull’espulsione del consigliere Monti che troverebbe tutti d’accordo. Un accordo che lascia ben sperare per il consiglio del 10 aprile dove la fiducia a Casto non sembra essere in discussione.
La compattezza dura solo un giorno. Alla riunione in cui i consiglieri cinque stelle dovevano firmare un documento per le dimissioni di Monti espressamente chiesto dal sindaco Casto, alcuni grillini si tirano indietro e il movimento 5 stelle si spacca nuovamente. Tortis annuncia in riunione che non voterà per l’espulsione di Monti, Gallina al telefono conferma anche lui il legame indissolubile con Monti.
La crisi nel Cinque Stelle è ormai acclarata alla vigilia del consiglio comunale. Aumentano le tensioni e le divergenze all’interno del gruppo consigliare e vengono annunciate assenze in assise.
Arriva il giorno del consiglio. Il sindaco Angelo Casto esprime la sua opinione sulla crisi e sulla giunta dimissionaria puntando il dito contro gli ex assessori. Chiede la fiducia all’unanimità del suo gruppo consigliare, ad eccezione di Claudio Monti. “Chiedo oggi – dice Casto – ai miei consiglieri di confermare la fiducia con la maggioranza assoluta tranne uno all’unanimità. Agli assenti lo chiederemo poi. Il consigliere Claudio Monti per me non fa più parte del gruppo agli altri chiedo il voto”. Nel corso del consiglio arriva anche l’intimidazione del neoassesore Cataldo al consigliere Claudio Dell’Uomo. Condanne dall’opposizione, che presenta anche una mozione di sfiducia, un atteggiamento che fa vergognare anche alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, al contrario di altri che invocano “il beneficio del dubbio”, come la Pizzotti e la Buonamano che nel corso del consiglio ha l’opportunità anche di dire la sua sulla crisi, frutto di solo “pettegolezzi” della stampa, pettegolezzi che oggi si sono confermati essere fatti realissimi.
La crisi nel gruppo consigliare del Movimento 5 Stelle si acuisce. Emergono dettagli su una aspra discussione tra quattro consiglieri e il resto del gruppo al momento della sospensione del consiglio per discutere della compatibilità dell’assessore Cataldo. Sarà un altro punto decisivo per la frattura con quattro consiglieri che erano pronti a votare la mozione dell’opposizione, al contrario degli altri che hanno bollato come “irricevibile” la proposta.
Oltre ai quattro pronti a votare la mozione sulla incompatibilità di Cataldo, Casto allontana anche un altro consiglieri, ossia Claudio Monti che presenta ricorso al Prefetto contro la sua revoca dalla commissioni voluta dal sindaco. I numeri della maggioranza sono sempre più in bilico.
La frattura all’interno del movimento 5 stelle è ufficiale. Quattro consiglieri firmano altrettante lettere in cui viene criticato l’operato Angelo Casto “omissivo nel suo ruolo di garante“. Le lettere sono di Giuseppe Nigro, Simonetta Petroni, Marco Montani e Daniela De Luca. Contestati: il documento dei 10 consiglieri con cui sono stati sfiduciati gli assessori, l’indagini di polizia che hanno portato ad essere ascoltati in commissariato numerosi esponenti di maggioranza sul mancato pagamento del palco che ha ospitato Beppe Grillo, l’intimidazione in consiglio comunale al consigliere Dell’Uomo da parte dell’assessore Cataldo, il caso dei consiglieri di maggioranza che passavano notizie all’opposizione per mettere in difficoltà la giunta e l’espulsione di Monti poi ritirata. La frattura viene minimizzata dal sindaco Angelo Casto che parla di semplice “malumore”.
Altro che solo malumore, la crisi e più che reale. I quattro consiglieri autori di altrettante lettere critiche nei confronti del sindaco Casto chiedono un confronto urgente per discutere delle accuse mosse. Confronto che tarda arrivare, un ritardo he non fa altro che aumentare la frattura con i quattro consigliere e che si dimostra fatale.
Le intimidazioni in consiglio comunale finiscono sul tavolo del commissariato di Polizia. Il sindaco Angelo Casto viene ascoltato dai poliziotti, così come altri testimoni di quanto accaduto in assise. “L’interessamento” della Polizia alle vicende della maggioranza nettunese aumentano ancora di più la distanza tra i quattro consiglieri e il resto del gruppo consigliare. Scoppia anche il caso dei preventivi discussi a maggioranza. Un verbale imbarazzante che pone sospetti su possibili condizionamenti nell’azione amministrativa.
Il caso “preventivi” continua ad agitare la maggioranza. Alcuni consiglieri Cinque Stelle decidono di consultare dei legali per verificare le proprie posizioni rispetto ad un verbale di maggioranza che potrebbe essere compromettente.
L’opposizione non resta a guardare sul caso dei preventivi e chiede subito un consiglio comunale e l’istituzione dei una commissione di inchiesta. La richiesta è atta alla “verifica di potenziali condizionamenti da parte di consiglieri comunali sull’attività gestionale amministrativa del Comune di Nettuno”. I quattro consiglieri grillini con una nota annunciano che voteranno a favore.
Il sindaco Angelo Casto perde ogni giorno di più l’appoggio di quattro consiglieri e tenta di ricucire almeno con Claudio Monti che invia un comunicato di “scuse” per non aver votato il bilancio. Una mossa chiaramente concordata con il sindaco che in pochi minuti accetta le scuse e perdona Monti. Questo non fa altro che esasperare gli animi dei quattro consiglieri Cinque Stelle che, in assenza di risposte, si autosospendono dal gruppo consigliare.
La mancanza di dialogo con il sindaco Angelo Casto porta i quattro consiglieri di maggioranza ad inviare le accuse mosse al primo cittadino direttamente agli organi di garanzia del Movimento nazionale. I quattro consiglieri chiedono chiarezza su quattro punti: 1) 11/03/2018 Documento “segreto” redatto da 10 consiglieri con richiesta di revoca di tre membri della Giunta a nostra e tua insaputa;
2) 15/03/2018 I gravi fatti e atti del consiglio per l’approvazione del bilancio di previsione 2018: assenze, invito di Monti all’opposizione per far cadere il numero legale e dichiarazioni del consigliere Dell’uomo su infiltrati nel gruppo di maggioranza, che collaborano da mesi con l’opposizione contro Giunta e Sindaco.
3) Espulsione del consigliere Monti dal gruppo consiliare come da Te richiesta, non tenuta in considerazione e non votata da alcuni consiglieri di maggioranza;
4) 10/04/2018 gravi fatti che hanno coinvolto l’assessore Cataldo nell’ultima seduta di consiglio.
Botta e risposta a suon di lettere tra il capogruppo del Movimento 5 Stelle di Nettuno e i quattro autosospesi. Il gruppo consigliare è sempre più spaccato e la crisi sembra ormai giunta ad un punto di non ritorno. Stop alle riunioni e solo confronti pubblici. I quattro consiglieri autosospesi sono sempre più lontani dal sindaco e dal suo gruppo.
La crisi del Movimento 5 Stelle di Nettuno finisce in piazza. Tutto grazie al sindaco Angelo Casto che riabbraccia fisicamente il consigliere Monti e con lui fa il giro istituzionale di tutte le targhe della resistenza. Un gesto che esaspera ancora di più gli animi con gli altri quattro consiglieri che si sono autosospesi per una frattura ormai insanabile. Di fatto il Sindaco ‘perdona’ chi per mesi ha messo in difficoltà l’amministrazione e non ha votato il Bilancio.
Il sindaco Angelo Casto intuisce che la questione della crisi può essere seria. Il primo cittadino va in pressing dei consiglieri autospesi per convincerli a rientrare nei ranghi. Blitz nel negozio del consigliere comunale Marco Montani, ma ormai sembra tardi per ricucire lo strappo. Intanto si tiene la riunione dei capigruppo per decidere la data del consiglio.
I litigi sembrano coinvolgere anche la nuova giunta Casto con assessori ai ferri corti. Una situazione di tensione che il sindaco smentisce sul sito istituzionale dell’ente. Intanto l’opposizione chiede l‘esclusione di Tortis dalla commissione affari generali di cui è vicepresidente. Un passaggio fondamentale prima del consiglio sulla discussione della commissione d’inchiesta per i preventivi discussi a maggioranza in cui Tortis è implicato. Intanto lo stesso Tortis e Gallina del movimento 5 stelle, sul fatto, chiedono la commissione trasparenza.
La crisi finisce con la sfiducia del sindaco Angelo Casto. I quattro consiglieri autosospesi del Movimento 5 Stelle vanno dal notaio a firmare le proprie dimissioni di prima mattina. Intorno alle 9,45 lo stesso fanno tutti i consiglieri di opposizione. Alle 10,30 le firme vengono protocollate in comune. E’ l’ultimo atto del mandato da sindaco di Angelo Casto, il più breve della storia di Nettuno. I consiglieri autosospesi tramite un comunicato stampa spiegano il motivo delle loro dimissioni. Finisce la favola del gruppo unito e coeso raccontata dal sindaco e dai suoi consiglieri per quasi due mesi.