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Narcotraffico tra Italia e Albania, coinvolto anche un uomo di Anzio

Sono sette in tutti gli arresti ad opera della Guardia di Finanza del comando provinciale di Roma eseguiti questa mattina all’alba in tutto il Lazio e in Albania. Si tratta di una organizzazione criminale italo-albanese dedita al narcotraffico tra Belgio, Italia e Albania e che ha visto coinvolto anche un uomo residente ad Anzio. Si tratta di Davide Perronace, classe 1974 già noto alle forze dell’ordine.

L’operazione – eseguita nelle province di Roma e Viterbo – è tuttora in corso anche in Albania, in piena sinergia con le locali Autorità di polizia, attivate dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, con l’ausilio del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza. In particolare, la tempestiva collaborazione con l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza in Albania del citato S.C.I.P. (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia) nonché l’efficace e puntuale intervento della Polizia Albanese hanno consentito di catturare – poche ore fa – in Albania, due dei sette narcotrafficanti, in contemporanea con gli arresti eseguiti nel territorio italiano

Le indagini nascono dall’operazione La Romana” che, il 10 ottobre scorso, aveva portato all’arresto, in Calabria, Lazio, Piemonte, Lombardia, Veneto e Sardegna, di 18 appartenenti ad un’associazione a delinquere, responsabile anche di aver favorito la ‘ndrangheta, in particolare la cosca “Alvaro” di Sinopoli (RC). In tale contesto, il G.I.C.O. ha setacciato i contatti di Francesco Forgione  riuscendo ad individuare una cellula criminale albanese, con base a Roma e collegamenti in Albania, Olanda e Belgio, che ha importato ingenti partite di cocaina dai Paesi Bassi, per il successivo smistamento sulle piazze di spaccio romane. Referenti dell’organizzazione transnazionale erano i cittadini albanesi Aleks Boci (classe 80) e Florian Prendi (classe 87) che, con l’ausilio di connazionali stanziati in Belgio, gestivano traffici di droga tra il Sudamerica, il Nord Europa e la Capitale, sfruttando una “uscita sicura” dagli spazi doganali del porto di Anversa. Il narcotico importato era, quindi, destinato a “grossisti” italiani tra cui i pregiudicati Claudio Cesarini (classe 71) e Daniele Ferri (classe 77) che sono stati arrestati nell’operazione di oggi e che, secondo gli inquirenti, provvedevano a rifornire i pusher ì nella Capitale. L’associazione malavitosa poteva contare su una nutrita schiera di collaboratori – tra i quali gli albanesi, oggi arrestati, Edmir HatijiaHATIJIA (classe 77) e Elidon Shperdheja (classe 80) – che garantivano il trasporto dello stupefacente in Italia e, successivamente, il trasferimento all’estero del denaro “sporco”.

Nel corso delle indagini, sono state documentate 6 importazioni di cocaina per oltre 130 kg., di cui 9 kg. sequestrati, nonché proventi illeciti per circa 1.600.000 euro, di cui oltre 430.000 euro oggetto di sequestro. Parte della droga era destinata a Davide  Perronace (classe 74), figlio di Nicola (classe 43 – deceduto), residente ad Anzio noto alle cronache per i precedenti di polizia per associazione a delinquere di stampo mafioso e perché tratto in arresto unitamente ai vertici della cosca di ‘ndrangheta GALLACE, originaria di Guardavalle, ma da tempo gravitante sul litorale laziale.