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Via Gorizia, il Tribunale nomina il Ctu e ferma l’abbattimento per 150 giorni

Il Tribunale di Velletri, nell'ambito della controversia tra il Comune di Nettuno e i titolari degli ultimi due piani dell'immobile pericolante di via Gorizia, transennato da oltre tre anni e che inchioda la viabilità del centro cittadino a Nettuno,

Il Tribunale di Velletri, nell’ambito della controversia tra il Comune di Nettuno e i titolari degli ultimi due piani dell’immobile pericolante di via Gorizia, transennato da oltre tre anni e che inchioda la viabilità del centro cittadino a Nettuno, ha nominato un perito tecnico per stabilire le cause della pericolosità dell’immobile. Il Tribunale ha quindi concesso all’esperto 150 giorni per dire la sua nell’individuare le responsabilità della situazione. Questa decisione di fatto pone un freno al processo, ormai avviato, di abbattimento degli ultimi due piani del palazzo, previsti nell’intento di riaprire la viabilità della zona. “In ogni caso – spiega il Dirigente ai Lavori pubblici del comune di Nettuno Benedetto Sapeva – andremo avanti. Nei prossimi giorni incontrerò la ditta per vivere tutte le procedure per svuotare il palazzo e avviare la realizzazione, all’interno, dello scheletro di sostegno per poi procedere con l’abbattimento, non appena la perizia del Ctu sarà pronta. E potrebbero volerci anche meno dei 150 giorni concessi”. L’Amministrazione, quindi, cerca di stringere i tempi per riuscire a dare una risposta concreta ai residenti della zona, indignati ed esasperati per la situazione, che chiedono tempi certi anche per l’intervento di abbattimento, temendo che il cantiere possa diventare una delle ‘opere eterne’ che purtroppo si vedono spesso in Italia e anche a Nettuno. Restano in piedi la causa del Comune di Nettuno contro i privati titolari degli immobili, a cui l’Amministrazione intende chiedere un risarcimento del danno per i disagi creai a tutti i cittadini e commercianti della zona e una terza causa legale, che vede tutti contro tutti: i proprietari dell’immobile dei piani bassi, che hanno fatto causa agli autori della soprelevazione ma anche al comune, dei titolari dell’immobile limitrofo, anch’esso interdetto e pericoloso perché attaccato al nucleo pericolante, che hanno fatto causa a tutti i titolari del palazzo a rischio crollo, i titolari degli ultimi due piani, che hanno fatto causa al Comune e ad Acqualatina.