C’è attesa per il consiglio comunale di Nettuno previsto per domani, quando andrà in scena la prima uscita pubblica della giunta a 5 stelle e dei consiglieri grillini, dopo la crisi che ha portato alle dimissioni della giunta e all’espulsione del consigliere Monti. Il gruppo dei grillini è spaccato su molte questioni e le assenze programmate per domani le narrano nei dettagli. La prima spaccatura e la più seria riguarda la formale richiesta del Sindaco Angelo Casto ai suoi consiglieri, di esprimersi in via ufficiale sull’espulsione del consigliere Monti. Casto pensava di presentarsi in consiglio con la questione Monti risolta, e invece si ritrova con oltre la metà del gruppo consiliare che intende astenersi sulla vicenda. Di fatto una sfiducia nei confronti del Sindaco e dell’unica richiesta politica avanzata ai suoi. Il Sindaco, che teme imbarazzi domani in assise, si è premurato di far arrivare al consigliere Monti il messaggio che è meglio che non si presenti, c’è chi ha fatto una formale intercessione, ma Monti non sarà l’unico a mancare ‘in attesa di giudizio’. Non ci sarà neanche il consigliere Tortis, che vanta il maggior numero di assenze in assise e che ha già detto che non voterà contro Monti (lo stesso vale per il consigliere Gallina, assente al vertice ma che, raggiunto al telefono, ha confermato lealtà all’amico negando suo assenso alla richiesta del primo cittadino). I tre consiglieri, Monti, Tortis e Gallina, dal primo momento dopo l’elezione hanno fatto gruppo a sé e si sono resi protagonisti, fin da subito, di una serie di atti che hanno messo in discussione il Sindaco di Nettuno. Il primo è stato certamente il fatto che i tre non hanno votato Casto all’elezione dell’Area Metropolitana, ruolo che il consigliere Gallina aveva chiesto per se. Non voto che è stato ampio motivo di discussione per i 5 stelle a livello regionale. I tre non hanno votato neanche la sospensione della proroga del servizio di pulizie ora in affido alla Poseidon e, infine, Monti non ha votato il Bilancio scatenando la reazione del primo cittadino. Tra l’altro è voce di corridoio che ci siano anche diatribe di natura legale tra uno dei tre un altro consigliere e un ex assessore. I tre consiglieri, lo ricordiamo, sono i primi firmatari del documento dei dieci che chiedeva al Sindaco di rimuovere tre assessori della giunta che poi in blocco ha deciso di dimettersi, per evitare che il Sindaco stesso fosse costretto a cedere al ricatto di parte del gruppo consiliare. Un documento che i vertici regionali non hanno neanche voluto visionare e che resta indigesto ai cinque che lo hanno sconfessato. Ma non solo Tortis e Gallina oggi sono pronti a difendere Monti. Anche altri consiglieri, per motivi molto diversi tra loro, non intendono intervenire sulla vicenda. C’è chi è stanco del fatto che il Primo cittadino l’abbia di fatto data vinta a chi dal primo giorno ha creato solo problemi su molte questioni (scarsa condivisione delle informazioni, dei progetti, delle iniziative, fatto che permane ma oggi non ci sono più lamentele in questo senso) mettendo in imbarazzo maggioranza e Movimento 5 stelle. Nel corso dei mesi da più parti erano state richieste formali prese di posizioni contro i comportamenti ambigui dei tre, senza esito. Oggi l’aria che tira è che chi ha lasciato che il problema arrivasse fino a questi estremi debba essere in grado di risolverlo da solo. Consiglieri spaccati quindi, e con un Sindaco che non sembra in grado di tirare le fila di un malcontento crescente nel suo gruppo di riferimento. Non sono bastate le minideleghe a far contenti i consiglieri che, sempre più, sembrano rispondere alle logiche della vecchia politica, con incarichi e compiti che possano accontentare tutti, soprattutto chi è da un pezzo che non è più contento. E sembra persino che ci sia qualche consigliere che si presenta negli uffici comunali, preventivi alla mano, per dare consigli su alcuni lavori e progetti da portare avanti… Domani il confronto davanti alla città. In aula non sarà assente invece l’opposizione, fino ad oggi silente sulla crisi. Domani chissà.