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Il consigliere di Anzio Bernardone: “Del Giaccio spacca il Pd, io non ci sto”

"Dicevano di volere unire il centrosinistra ed alla fine hanno spaccato e distrutto anche il PD. Si chiude nel peggiore dei modi ed alla vigilia di importanti elezioni, una parabola di inesorabile declino del PD di Anzio

“Dicevano di volere unire il centrosinistra ed alla fine hanno spaccato e distrutto anche il PD. Si chiude nel peggiore dei modi ed alla vigilia di importanti elezioni, una parabola di inesorabile declino del PD di Anzio per grave responsabilità di una segreteria che ha dilapidato in pochi anni un patrimonio inestimabile di militanza, partecipazione e credibilità politica”. Lo scrive in una nota stampa durissima il consigliere comunale del Pd di Anzio Ivano Bernardone, prendendo posizione sulle candidature. “Prima l’inspiegabile rifiuto di confrontare proprie candidature con la città attraverso le primarie (risorsa trasparente e potente, esclusiva del PD); poi la convocazione di un tavolo di concertazione con le forze di centrosinistra con il mal celato intento di ratificare decisioni chiaramente prese altrove; poi ancora la decisione di sposare una candidatura di destra in ragione di improbabili calcoli elettorali; infine un’indegna forzatura nel direttivo per blindare l’accordo, in altri luoghi da sempre coltivato, con uno dei candidati già in corsa che, per mere ragioni di coerenza politica, tutto dovrebbe rappresentare meno che il PD. Tante contorsioni solo per impedirci di discutere e capire su cosa può basarsi la scelta di aggregarsi alla candidatura di Giovanni Del Giaccio, sulla cui persona ovviamente non ho obiezioni, ma che tutti conosciamo per le affinità mai nascoste (nemmeno nella sua corrente campagna elettorale) con la destra di De Angelis e soprattutto per le valutazioni sempre e inesorabilmente critiche rispetto ad ogni posizione assunta e battaglia svolta dal PD e dai suoi gruppi consiliari negli ultimi dieci anni. Il 40% del direttivo che ha votato contro questa decisione credo rappresenti solo una minima parte del dissenso generato e dell’enorme distanza che la segreteria del partito ha deliberatamente posto tra se, il gruppo consiliare, la base del partito ed il suo potenziale elettorato. Questa serie inconcepibile di errori di contenuto, di metodo e persino di semplice comportamento si spiega solo se ‘vuoi essere il miglior alleato del tuo avversario’; una prospettiva a cui non intendo aderire come tanti con cui ho condiviso ben altre aspirazioni”.