Home Politica L’ex Vicesindaco Mancini ricostruisce la cronistoria della crisi politica a Nettuno

L’ex Vicesindaco Mancini ricostruisce la cronistoria della crisi politica a Nettuno

L’ex vicesindaco di Nettuno Daniele Mancini, “in difesa del suo Nome e del proprio Onore” e “soprattutto in difesa della verità ai cittadini”, ripercorre passo passo le tappe della crisi politica di Nettuno,

L'ex Vicesindaco di Nettuno Daniele Mancini
L’ex giunta a 5 stelle, in seconda fila il Sindaco Casto

L’ex vicesindaco di Nettuno Daniele Mancini, “in difesa del suo Nome e del proprio Onore” e “soprattutto in difesa della verità ai cittadini”, ripercorre passo passo le tappe della crisi politica di Nettuno, su cui sono state diffuse diverse versioni, e che ha portato cinque assessori di giunti a terminare la propria esperienza amministrativa a Nettuno. Un racconto per amore di verità, quindi, ma anche a tutela del Movimento 5 stelle che il vicesindaco con delega all’Ambiente a Nettuno, ha rappresentato in carica fino al giorno delle dimissioni. Da buon esponente delle forze dell’ordine, Daniele Mancini, a supporto della ricostruzione dei fatti, allega le comunicazioni interne, la cosidetta chat della giunta, ma anche i ‘testimoni’, i colleghi della squadra di governo dimissionaria, che hanno sottoscritto in una precedente comunicazione, parola per parola.

I consiglieri grillini nell’ultima assise

L’ex Vicesindaco chiarisce per prima cosa che nessuno ha mani voluto isolare nessun altro, soprattutto il Sindaco che resta una figura insostituibile. E che non ci sono mai state riunioni di giunta all’insaputa di nessuno dei membri della stessa. “Mentre dieci consiglieri – spiega – si sono riuniti si, segretamente, all’insaputa degli altri consiglieri e del sindaco, ed hanno prodotto il documento di sfiducia agli assessori, che ha determinato effetti politici e amministrativi ben chiari nelle scelte politiche del Sindaco e posto in serio pericolo la continuità amministrativa del M5S e del Comune di Nettuno.

“Sabato 18 marzo – spiega Mancini – sono stato chiamato in tarda mattinata dai colleghi assessori per discutere del documento di sfiducia dei 10 consiglieri, ormai pubblico, e degli eventi del consiglio comunale di giovedì 15 marzo. Giunsi allo studio dell’Avvocato Guido Fiorillo con le mie dimissioni firmate proprio per agevolare e non ricattare politicamente, come hanno inteso fare altri, il sindaco Casto del M5S. Il sindaco sabato 17 non poteva accettare alcuna dimissione perché nessuno si era dimesso. La remissione delle deleghe (e non le dimissioni che sono ben altra cosa) avvenne per far lavorare e decidere liberamente il sindaco sotto ‘pressione politica’ alla luce del documento dei 10 consiglieri che ha poi trovato attuazione istituzionale nelle assenze e nei comportamenti di alcuni degli stessi 10 in consiglio per il bilancio, approvato solo grazie alla minoranza”. Su un punto poi, l’ex vicesindaco, fa chiarezza una volta per tutte. “Per quello che riguarda le contestazioni dei 10 consiglieri relative alle scelte politiche dei singoli assessori: le parlamentarie per Fiorillo, la richiesta di certificazione nel comune di Anzio per Pompozzi e l’accettazione alla mia nomina di assessore regionale per il M5S, sono questioni tutte condivise e avallate dal Sindaco Casto che, lo ricordo, è unico e solo responsabile del logo e simbolo del M5S Nettuno di cui è anche capo politico. Quindi nessuna violazione del codice di comportamento che, ove esista, deve essere giudicata dall’organo interno al M5S, dai Probiviri e dall’organ di Garanzia e non da 10 consiglieri comunali che invece hanno usato questo argomento come arma di ‘pressione’ politica contro sindaco e giunta”. E qui Mancini svela un altro retroscena legato al confronto interno alla maggioranza. L’allora Vicesidnaco infatti, aveva in effetti chiesto un confronto con la giunta, per discutere della questione cimitero a seguito di una mail interna inviata da un architetto del comune. Incontro chiesto a seguito di un sopralluogo al cimitero, nella chat della giunta in cui era presente anche il Sindaco Casto. “Quello che volevo fare – spiega Mancini – era informare il sindaco di ciò che avevo e ho scoperto: questioni vecchie di milioni di euro, forse questo è stato il errore”. Infine Mancini ricorda che la giunta dimissionaria non ha mai messo in difficoltà politica e amministrativa il primo cittadino, a cui sono state consegnate le dimissioni accettate ancor prima di essere arrivate sul suo tavolo. “I risultati fin ora raggiunti da questa giunta – ha concluso Mancini – sono sotto gli occhi della Città e dei Nettunesi”. Il resto è storia.