L’ex assessore dl comune di Anzio Italo Colarieti, finito in manette per i reati di reati di abuso d’ufficio e concorso in corruzione nel 2012, dopo cinque anni e mezzo di calvario, una condanna in primo grado e una riduzione di condanna in appello, lo scorso 8 marzo si è visto annullare la sentenza di appello dalla Suprema Corte di Cassazione, che ha rinviato tutti gli atti in Procura. C’è quindi ancora un capitolo da scrivere in questa storia, legata alla proroga dell’appalto del trasporto disabili, ma l’ex assessore ha intenzione fin da ora di togliersi qualche sassolino dalla scarpa e lo fa puntando in dito contro chi, a suo tempo, lo ha denunciato. “Ad Anzio – spiega – stavo facendo un ottimo lavoro con i servizi sociali, un lavoro che dava fastidio. Tutta questa vicenda che mi ha rovinato la vita e la carriera politica – aggiunge – nasce una denuncia presentata contro di me dall’allora dirigente Sergio Mangili che ha portato a questa immensa bolla di sapone e a cinque anni di incredibile calvario giudizio che ha inciso sulla mia vita in maniera devastante. Il dettaglio della denuncia di Mangili – spiega ancora Colarieti – è ben segnalato negli atti giudiziari che mi riguardano. Oggi – spiega – con il mio legale, stiamo valutando la possibilità di una denuncia contro chi ha voluto strumentalizzare una situazione che era in piedi da anni, molto prima che arrivassi io, per distruggere il mio percorso politico e quanto di buon ho fatto potevo ancora fare”. Ora Colarieti attende il prossimo passo giudizio, ma con i suoi avvocati intende ottenere giustizia rispetto a tutto l’iter legale e giudiziario che lo ha portato ad avere conseguenze personali serissime, rispetto ad una sentenza della Cassazione che, infine, ha annullato ogni pendenza.
