Emergono ma mano i dettagli del lungo vertice che si è tenuto ieri sera a Nettuno tra i consiglieri comunali a 5 stelle, il Sindaco Angelo Casto, rimasto senza giunta, il consigliere regionale responsabile degli Enti locali Valentina Corrado e Andrea Cottone, responsabile della Comunicazione del Movimento a livello nazionale che ha già trattato diverse crisi politiche in giro per l’Italia. Il vertice si è tenuto a casa del Sindaco Casto ed è andato avanti per quasi cinque ore. Una delle questioni affrontate, certamente quella centrale, è stata il documento sottoscritto da dieci consiglieri (che alcuni dicono con insistenza sia stato richiesto proprio da Casto). Il documento (finito ieri su tutti i giornali e inviato allo staff di Milano per le valutazioni del caso) è un illecito e va disconosciuto. Tra le poche cose dette dagli esperti nazionali, venuti in missione a Nettuno per evitare che la giunta Casto metta in imbarazzo il Movimento mentre sta trattando per il governo nazionale, c’è quella che il Sindaco non può essere messo sotto ricatto e che “il documento deve sparire”. Eppure, prima del documento a Nettuno non si aveva sentore di alcuna crisi. Tra l’altro, è proprio dei giorni scorsi una dichiarazione portante del Leader Beppe Grillo da monito anche per Luigi Di Maio (probabilmente aperto a troppe collaborazioni) che ha detto “Finita l’epoca dei Vaffa non comincia quella degli inciuci” che sembra ben fotografare l’inaspettata evoluzione della situazione nettunese. Le contestazioni mosse dai dieci, legate alle poltrone ma non ai programmi, non sono piaciute ai delegati arrivati ieri e ancor meno piaceranno ai responsabili di Milano, che hanno difficoltà a superare i regolamenti anche in un momento delicato come questo, in cui Nettuno in pochi giorni è passata da esempio di buon governo a imbarazzante piazza di disputa per le poltrone. Non solo. C’è anche chi azzarda analisi più profonde rispetto a questa crisi che, oltre al Movimento nazionale, rischia di creare problemi anche ad Anzio, ormai prossima al voto.
C’è chi è convinto che sia in atto una manovra per rallentare l’avvio dei tanti lavori messi in cantiere a Nettuno. Quel tanto che basta perché i cugini di Anzio non possano vedere “quanto sono bravi i Cinque stelle”. Una manovra legata all’intreccio di alcuni con ambienti del centrodestra di Anzio, che non ritengono le persone in corsa per l’accreditamento sulla piazza neroniana “interlocutori”. Consiglieri ‘inquinati’ quindi, eletti con i cinque stelle ma che rispondono ad altre logiche, quelle della vecchia politica e ad interessi diversi rispetto a quelli per la città di Nettuno e che per alcuni andrebbero espulsi. E pare ci sia già chi sta trattando la fuga verso altre liste e altri lidi politici, dando l’esperienza di Nettuno ormai agli sgoccioli. Tecnicamente, dopo il confronto di ieri in cui alcuni concetti sono stati espressi con molta chiarezza, il Sindaco potrebbe richiamare la sua intera giunta ed è un pensiero che pare lo abbia anche sfiorato, per il legame con alcuni che avrebbe voluto mantenere. Una via che non sembra tuttavia facile da percorrere per la preclusione di Casto contro il Vicesindaco Daniele Mancini, con cui ha iniziato questa avventura politica da amico e sodale e che oggi invece, sembra essere la causa di tutti i mali. Una figura ingombrante quella di Mancini, per molti Sindaco in pectore. Ora resta da capire se a Nettuno prevarrà l’esigenza di buon governo della città o le ambizioni personali di chi soffre la personalità di chi lavora. Intanto Casto incassa la fiducia del gruppo consiliare, e non poteva essere altrimenti, ma con pochi entusiasmi e la sensazione che l’idillio sia comunque finito.