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Crisi a 5 stelle a Nettuno, malumori e resa dei conti dopo le elezioni regionali

La crisi a 5 stelle del Comune di Nettuno si intreccia con le correnti nazionali del partito e, arrivata repentina agli occhi dei cittadini, pare invece covasse nelle segrete stanze del Comune dal giorno dopo l'esito delle elezioni nazionali e regionali.

L'ex giunta a 5 stelle, in seconda fila il Sindaco Casto

La crisi a 5 stelle del Comune di Nettuno si intreccia con le correnti nazionali del partito e, arrivata repentina agli occhi dei cittadini, pare invece covasse nelle segrete stanze del Comune dal giorno dopo l’esito delle elezioni nazionali e regionali. In particolare il fatto che la Lombardi non abbia conquistato la poltrona più importante alla Pisana ha contribuito a rompere gli equilibri creati a livello locale e anche i sodalizi creati nei mesi precedenti, legati, in qualche modo, anche alle tensioni su Anzio e alla candidatura di Stefano Pompozzi nel comune neroniano. 

A quanto pare, nei malumori locali, si sono inseriti anche i referenti provinciali e regionali che, dopo il voto, hanno chiesto conto al Primo cittadino Angelo Casto di alcune dinamiche (comunicazioni erano intercorse anche nei mesi precedenti al voto) che da tempo erano nel mirino. Casto è stato invitato a fare chiarezza sulla posizione dei suoi assessori impegnati su Anzio (percorso ampiamente condiviso dal Primo cittadino che, la prima frase che disse a Nettuno dopo essere stato eletto, non a caso, fu “prossima tappa Anzio”) e invitato a prendere posizione. Il Sindaco, che si è esposto pochissimo durante le elezioni nazionali e regionali, senza mai rilasciare dichiarazioni a sostegno di qualcuno, è stato presente solo all’incontro sul territorio con la Lombardi in cui a fare da padrone di casa è stato proprio il Vicesindaco Daniele Mancini. Casto, che era a Roma con Mancini il giorno dell’annuncio della possibile giunta della Lombardi, dopo il voto si è riavvicinato invece al consigliere Valentina Corrado, votatissima alla Pisana e molto presente su Anzio durante la campagna elettorale, grazie al legame con i Grilli di Anzio. Proprio con i Grilli, in corsa per la certificazione nel comune neroniano insieme a Pompozzi, l’Amministrazione di Nettuno ha praticamente tagliato i ponti dopo l’ufficializzazione della discesa in campo di Pompozzi, a partire dal Primo cittadino che i Grilli avevano invece sostenuto durante tutta la campagna elettorale su Nettuno. Lunedì è previsto un vertice in Comune a Nettuno proprio con la Corrado, che pare abbia chiesto insieme ai dieci dissidenti (alcuni dei quali da sempre in contatto con la Corrado stessa), la testa dei tre assessori divenuti il motivo del contendere. Nessuno, ad oggi, ha contestato agli assessori qualcosa relativamente al lavoro svolto, anzi. In discussione le ambizioni politiche sgradite al gruppo di attivisti che hanno comunque atteso l’esito delle urne per dire la loro. Una richiesta quella delle dimissioni dei tre assessori, che la squadra di governo di Nettuno (nominata dal Sindaco in piena autonomia) ha ritenuto (e ritiene ancora) irricevibile. Ma il Sindaco, messo alle strette dai dissidenti (quelli che fornivano all’opposizione argomenti di polemica) e dai referenti regionali, subito pronto a rinunciare ai suoi delegati, ha chiesto proprio ai dieci consiglieri che avevano da ridire di mettere nero su bianco le richieste avanzate. Il famoso documento dei dieci è stato quindi sollecitato dal primo cittadino, ed è stato un modo per dare voce alla crisi e procedere con l’azzeramento delle deleghe. Ma gli assessori, non si deve dimenticare, sono ancora tali. Il Sindaco dovrà procedere alla revoca delle nomine e non potrà sottrarsi al confronto con una squadra a cui ha chiesto molto, con cui è andato a cena fino all’ultimo minuto prima della crisi, e a cui ha voltato le spalle pochi minuti dopo la pubblicazione di un comunicato, dando corso ad una decisione probabilmente già presa.