L’annuncio del Sindaco di Nettuno Angelo Casto di aver accettato la remissione delle deleghe della sua giunta, comunicata una manciata di minuti dopo la pubblicazione di un documento ufficiale, ha lasciato molte persone a bocca aperta. Sembrano amareggiati gli assessori (che dovranno essere azzerati, perché la remissione delle deleghe non sono dimissioni) che certamente non si aspettavano, dopo tanto lavoro e impegno, di essere mollati senza tanti complimenti. Nessun rimpianto per il Sindaco che anzi, sembra, soffrisse moltissimo alcuni dei suoi delegati decisamente più attivi, sia fuori che dentro al consiglio comunale, e guarda già a nuove nomine. E tuttavia il repentino evolversi degli eventi, sembra destinato a lasciare tracce e scorie probabilmente più difficili da mettersi alle spalle di quanto si possa pensare. Il Sindaco, infatti, ha scelto di dare voce ai dieci dissidenti, mettendosi alle spalle il lavoro di un anno e otto mesi realizzato dalla giunta, ma non tenendo in alcun conto la voce dei cinque consiglieri che fino ieri hanno invece sostenuto a spada tratta la giunta. I cosiddetti ‘fedelissimi’ che oggi si sentono anche loro traditi dal Sindaco e dal suo voltafaccia ad una giunta che ha nominato in piena autonomia, che è espressione diretta della sua azione politica (bocciata dai dieci dissidenti) che fino a ieri ha sostenuto, passo passo, in ognuna delle decisioni che i dieci contestano alla squadra ma, a quanto pare, non al Primo cittadino.
Dieci certamente è un numero consistente di dissidenti e scontenti, ma anche i restanti cinque hanno un peso che il Primo cittadino non può ignorare e senza i quali non si può andare avanti. Resta da capire se la ‘caduta delle stelle’ di giunta sarà motivo di confronto e ricomposizione di un gruppo che nasconde malumori e antipatie personali radicate e profonde (da cui il Sindaco non è escluso) oppure no. I consiglieri grillini restano, comunque, per la gran parte, un mistero. Ci sono quelli che per mesi hanno imboccato l’opposizione su questioni che ‘potevano infastidire la giunta’, e a cui oggi il Sindaco si affida, c’è il consigliere che rischia l’espulsione per non aver votato il bilancio, quelli che alla decisione del Sindaco di cacciarlo non hanno detto una parola per esprimere la propria solidarietà, infine ci sono quelli che hanno firmato un documento per esprimere il proprio profondo distacco dai dieci e che oggi vedono il Sindaco che hanno sempre sostenuto cambiare sponda. Non resta che attendere le prossime puntate…