E’ una gaffe di carattere storico quella che ha compiuto nei giorni scorsi l’Amministrazione comunale a 5 stelle di Nettuno. Nel promuovere un progetto di tutto rispetto battezzato “I giovani: sentinelle della legalità”, realizzato dalla Fondazione Caponetto, l’Amministrazione dichiara nel documento pubblicato sull’Albo pretorio on line che la Fondazione si è costituita “dopo l’uccisione del giudice”. Di fatto il giudice Caponnetto, stimatissimo per il ruolo avuto nel Pool Antimafia che ha visto impegnati Falcone e Borsellino, è morto nel suo letto all’età di 82 anni, dopo aver passato la vita a promuovere il valore della legalità e della giustizia. Il documento di Giunta è stato approvato lo scorso 13 febbraio – con la sola assenza dell’assessore Daniele Mancini che non era presente – ed ha lo scopo di far sentire i giovani “consapevoli e attivi all’interno della propria comunità, responsabili dei beni comuni e difensori del territorio urbano e sociale in cui vivono”. Peccato per l’errore storico che attribuisce al giudice, erroneamente, una morte violenta. Un errore materiale, ne siamo certi, che nulla toglie al valore del progetto e al sostegno indiscusso della giunta Casto al valore della legalità, ma da sistemare per evitare di lasciare ai posteri informazioni inesatte.