La società CB Enea ha presentato ricorso al Tribunale Amministrativo regionale (Tar) del Lazio contro il bando del Comune di Nettuno che mirava ad assegnare gli impianti comunali alle Associazioni territoriali. Il Bocciodromo comunale, che si trova di fronte al Parco Palatucci, lo ricordiamo, in barba ad ogni logica e al buon senso, era stato assegnato al Busen, società di atletica che nulla ha a che fare con le bocce. La società Enea, infatti, che aveva partecipato al Bando, è stata esclusa dalla selezione per motivi che la società ritiene contro legge e proprio per questo si è rivolta al Tribunale.
Siamo andati a trovare il Presidente e gli Associati della società Enea per farci raccontare i termini di questa controversia, lo scorso sabato alle 13,30 mentre era in corso il riscaldamento per l’incontro del Campionato di serie C nazionale, a cui è iscritta la squadra Nettunese e abbiamo scoperto “un mondo”. “Con tutto il rispetto per gli anziani che questo centro lo frequentano tutti i giorni – ci spiega Ciro Imperato – noi non siamo solo un centro ricreativo. Ben vengano gli anziani ma qui noi portiamo avanti attività agonistica.
Siamo iscritti al campionato nazionale di serie C (che prevede anche campagna acquisti tra i giocatori, alcuni dei quali vengono da fuori), abbiamo 46 associati, tra cui 35 garisti e 16 amatori. Nel 2014 eravamo due società, poi a Nettunese ha deciso di chiudere e siamo rimasti solo noi. Siamo andati in Comune e i dirigenti ci hanno siglato un accordo temporaneo, per continuare a giocare e a gestire l’impianto fino al nuovo Bando. Ci hanno subito detto che, avendo già la cura dell’impianto, avevamo una priorità nella nuova assegnazione, ma di fatto questo non è stato preso in considerazione. Quando è uscito il documento per le nuove assegnazioni – spiega ancora – siamo andati in Comune per farci spiegare cosa fare.
Quindi abbiamo preso parte al Bando e, alla prima selezione, ci hanno chiesto dei documenti aggiuntivi, tra cui il Registro economico e finanziario. Noi siamo una Sd – spiega ancora Imperato – e non siamo obbligati a tenere il Registro, per questo siamo stati esclusi dall’assegnazione. Nei documenti integrativi che abbiamo fornito al Comune lo abbiamo spiegato con chiarezza, ma hanno insistito a chiedere documenti che la legge italiana non prevede. Ci hanno escluso per aver rispettato la legge”. La società ha quindi presentato due ricorsi, uno al Tar, segnalando quello che viene denunciato come un abuso, il secondo lo scorso mese di dicembre, quando un messo comunale si è presentato con un avviso di sfratto. “Il Comune a dicembre – spiega ancora Imperato – ci ha inviato una comunicazione con cui ci ingiungeva di andare via. Il nostro ricordo al Tar ha sospeso quello che era un vero e proprio sfratto, ma noi oggi non siamo intenzionati a fermarci. Apriamo il Bocciodromo tutti i giorni dalle 14, ma eravamo disponibili a dividere gli spazi e trovare accordi e, nel nostro progetto di partecipazione al bando, avevamo anche presentato un piano per realizzare una sala ricreativa limitrofa che avrebbe arricchito la struttura. Ora aspettiamo l’esito del ricorso, ma siamo intenzionati a chiedere anche i danni per questa situazione e per tutti i soldi che ci hanno costretto a spendere”. Quindi è iniziata la partita di campionato. L’Enea contro il Casteverde Roma, due arbitri in campo ed un Direttore di gara, Mario Zaccardelli della Provincia di Frosinone (perché gli arbitri devono essere di Federazioni diverse da quella delle squadre in gara)… con il tifo e gli appassionati. Un mondo. “Se ci avessero chiamati prima del bando – conclude Imperato – avrebbero capito chi siamo e cosa facciamo. Invece siamo dovuti andare noi tante volte e il Dirigente al Patrimonio alla fine ci ha detto che pensava che l’impianto fosse inutilizzato… bastava ci chiamassero”.
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